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Nella Foresta Nera in Germania è iniziata la caccia del litio

Più litio per tutti. Ma soprattutto senza alcuna implicazione geopolitica con il continente africano. Utopia? Pare invece proprio di no. Come riporta Bloomberg, per decenni gli impianti geotermici nella valle del Reno superiore (Germania) hanno pompato fluidi caldi da sotto la superficie terrestre per generare elettricità.

Le aziende operanti in tale settore non si sono mai preoccupate del litio nella salamoia, ma Vulcan Energy, che ha recentemente firmato un accordo con il Gruppo Stellantis proprio per la fornitura di tale elemento, ha intenzione di aggiungere una fase di estrazione prima che il fluido venga reiniettato.

È già tutto pronto

Circa la metà dell’elettricità creata nel processo alimenterebbe la produzione di litio, mentre l’altra metà potrebbe essere venduta. Vulcan ha creato un piccolo impianto pilota e alla fine di settembre ha prodotto il suo primo lotto di litio per batterie. Prevede di avviare una produzione su larga scala nel 2024.

La salamoia è un impasto liquido che include potassio, ferro, manganese e sodio, impurità che devono essere filtrate prima che il litio possa essere inserito nelle batterie. Ci sono però anche degli aspetti negativi di cui tenere conto.

Nella città di Staufen, nella Foresta Nera, dozzine di edifici hanno subito crepe a seguito della perforazione geotermica nei primi anni 2000. A poche miglia dall’altra parte del Reno, in Francia, lo scorso anno le autorità hanno chiuso un impianto geotermico vicino a Strasburgo dopo che c’erano stati dei “piccoli” terremoti”.

L’azienda però si dice fiduciosa che il suo progetto renderà la produzione di litio più sostenibile. A quanto pare quello presente potrebbe alimentare le batterie di almeno un milione di veicoli elettrici… all’anno.

Le case automobilistiche sono sotto pressione per ripulire le loro catene di approvvigionamento per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e Vulcan afferma che il litio tedesco può svolgere un ruolo.