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Leclerc: “Vincere? Capisco realismo di Binotto, ma ho i miei obiettivi”

Realismo e ambizione spesso possono entrare in collisione, quando non proprio palesemente in conflitto. Charles Leclerc e Mattia Binotto condividono molto alla Ferrari e non potrebbe essere altrimenti, visto che sono pilota di punta (anche se non è da dire ad alta voce…) e Team Principal del team. Ma spesso il pragmatismo proprio del ruolo di primo manager e l’ambizione feroce di un corridore di Formula 1 vanno ai ferri corti. Entrano, appunto, in collisione. Leclerc e Binotto non sono due rette parallele che non s’incontrano mai, e per di più devono mantenere quella sintonia propria di un team che vuole essere vincente. Perciò il rapporto non può essere negativo se si vuole remare alla stessa intensità verso i medesimi obiettivi, ma inevitabile che diverse vedute conducano ad analisi differenti.

Sfumature

Com’è giusto che sia ogni stagione di una scuderia di Formula 1 comincia con gli obiettivi. Naturale, e vale per tutti. “Come pilota, devi essere ovviamente ottimista”, ha detto Charles Leclerc in un’intervista alla BBC. LA stessa BBC alla quale aveva parlato qualche mese proprio Mattia Binotto dichiarando, non senza animare commenti e discussioni, che l’obiettivo annuale della Ferrari era tornare alla competitività, non vincere. L’assist a Leclerc, quindi, è servito: “Capisco Mattia, che deve essere realistico e razionale quando parla, ma di mio ho degli obiettivi personali”, il parere del monegasco.

Conflitto

Ed è qui che la razionalità e quel naturale freno a mano di Binotto si scontrano con la fame del monegasco, pilota che ha visto l’amico e collega di corse sin dalle giovanili, Max Verstappen, vincere il titolo mondiale alla fine della passata stagione. Anni travagliati per la Ferrari, ma che non avevano modificato la fame di Leclerc: “In tutte le stagioni di F1 che ho completato vi assicuro che non sono stati sempre realistici, ma è il mio modo di approcciare le cose”, ha detto il numero sedici rosso. E il riferimento è proprio alle due stagioni terribili di Maranello: “Nel 2020 o 2021, anche se la macchina non era a questi livelli, pensavo sempre di poter vincere le gare e ho fatto di tutto per raggiungere questo obiettivo. Vincere è ciò che mi motiva dalla mattina alla sera. Ma capisco chiaramente gli obiettivi di Mattia”, ha sottolineato il monegasco alla rete pubblica britannica.

Italiano acquisito

Molti tifosi hanno accolto con timore il “trattamento” riservato dalle strategie Ferrari al monegasco. Il pensiero era legato al rischio di perdere in futuro il pilota del Principato, correndo il rischio di logorare il rapporto. Insomma, che si possa stufare di vestire la divisa rossa più famosa del mondo. “La Ferrari è un sogno diventato realtà per me. Sono nato a Monaco, quando vedevo le gare, seguivo le macchine rosse, anche prima di sapere che il loro nome era Scuderia Ferrari”, ha rivelato Leclerc. Che poi ha raccontato la sua vita alla tv britannica, sottolineando come abbia vissuto gran parte del suo percorso professionale e non nel Belpaese. “In Italia tutti parlano della Ferrari. Ho poi sempre avuto un legame speciale con gli italiani, perché correre sin da ragazzino lì mi ha portato a conoscerli molto bene. In Ferrari c’è qualcosa di speciale”, ha spiegato il 25enne. Insomma, un atto d’amore che i tifosi si augurano possa produrre il risultato che tutti vogliono in pista. Un obiettivo che si pensa ma non si dice.