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Avresti mai detto che queste sono in realtà la stessa auto?

Al giorno d’oggi, complice la continua ricerca del contenimento dei costi, è abbastanza facile che due auto molto diverse tra loro condividano in realtà molte componenti. Anche se negli ultimi anni questa tendenza è in aumento, non è un fenomeno unicamente recente. Già in un passato più lontano molti produttori hanno trasformato un modello in qualcosa di completamente diverso, utilizzando però una base molto simile. Ecco 5 coppie di auto “trasformiste” che forse non sapete essere molto imparentate tra loro

Citroen 2CV – Citroen Mehari

La 2CV non ha certo bisogno di presentazioni. Concepita negli anni ‘30, in vendita dal 1948 e prodotta fino agli anni ‘90, aveva una carrozzeria imbullonata al telaio e quindi facilmente trasformabile in qualcosa di diverso. Questo processo portò alla creazione della Dyane, di diversi furgoni Citroen e, in buona parte, della Ami. Tutti questi erano molto simili alla 2CV come concetto, ma un’altro modello era invece piuttosto diverso.

Meccanicamente la Mehari era identica alla 2CV, ma la sua carrozzeria in plastica non aveva il tetto (benché ci fosse disponibile uno removibile) né molta protezione dagli agenti atmosferici. Per questo la Mehari era una buona scelta per chi volesse un’auto da spiaggia economica e affidabile. In altri contesti, venne anche fornita all’esercito francese. Per un po’ fu disponibile anche una versione a quattro ruote motrici.

Ford Cortina – Ford Capri

Ford costruì la Cortina per quattro generazione (ma alcuni ne contano cinque) dal 1962 al 1982. La seconda generazione assomigliava per certi versi alla contemporanea Falcon destinata al mercato americano. La Cortina era disponibile come berlina a 2 o 4 porte o come station wagon e, sebbene fosse disponibile un motore Lotus Twin Cam da 1,6 litri, non c’erano modelli davvero sportivi in gamma.

Nel corso della seconda generazione della Cortina, Ford introdusse la Capri, che veniva pubblicizzata come “l’auto che ti sei sempre promesso”. Nonostante apparisse molto diversa, in realtà era una versione coupé della Cortina. Sebbene i due modelli fossero strettamente imparentati, la capri aveva una gamma di motori molto più ampia: dal Kent da 1,3 litri all’Essex V6 che, per scopi di omologazione sportiva, per un breve periodo fu disponibile anche da 3,1 litri.

Lotus Elise – Opel Speedster

Almeno nello spirito, la prima Elise era l’erede della Lotus Seven, ponendo attenzione alla leggerezza e alla manovrabilità prima che sulle prestazioni in rettilineo. Venne lanciata nel 1996, ma non durò a lungo in quanto non soddisfaceva le imminenti norme di sicurezza. Lo sviluppo di una nuova versione sarebbe stato molto costoso, ma per fortuna GM intervenne accettando di condividere i costi. Ciò rese possibile non solo la seconda serie della Elise, ma anche una vettura che GM Europe non aveva mai costruito prima.

Una parte dell’accordo con GM prevedeva che Lotus costruisse un altro modello con la Elise nella sua fabbrica di Norfolk. La Opel Speedster (o Vauxhall VX220 nel Regno Unito) era più o meno la Elise con una carrozzeria diversa (per accogliere gli stilemi Opel) e il motore dell’Astra invece che quello fornito a Lotus da Toyota. Entrambi i modelli furono messi in vendita nel 2000. Tre anni dopo sulla Speedster arrivò un motore turbocompresso che aumentò la potenza da 147 fino a 220 CV.

Mercedes SLK – Chrysler Crossfire

La roadster a due posti SLK è stata prodotta per due decenni in tre generazioni. Nella sua forma originale, in cordice R170, poteva essere equipaggiata con diversi motori, da un V6 da 2,0 litri a un V6 sovralimentato da 3,2 litri che diede origine alla versione AMG. La R170 subì un restyling nel 2000 per poi lasciar posto, 4 anni dopo, alla generazione R171.

Durante la produzione della prima generazione di SLK, Mercedes e Chrysler furono fuse nella sfortunata entità DaimlerChrysler. Poco dopo vennero di nuovo scisse, ma non prima che SLK potesse passare da una realtà all’altra. Infatti la fine della carriera della R170 fu immediatamente seguita da una nuova vita come Chrysler Crossfire. Il costruttore americano produsse una carrozzeria completamente nuova, irriconoscibile dall’originale e con spunti stilistici mutuati dall’iconico Chrysler Building di New York. Disponibile sia come coupé che come roadster, la parte meccanica era eredità della SLK e la Crossfire venne costruita in Germania – da Karmann – nonostante il badge del marchio americano. Le vendite iniziarono bene, ma la diminuirono presto e la Crossfire venne abbandonata nel 2007, lo stesso anno in cui Daimler e Chrysler si sciolsero.

Volkswagen Golf – Volkswagen Scirocco

Ormai quasi arrivata al mezzo secolo di storia, la Golf è sul mercato dal 1974 ed è arrivata all’ottava generazione. La Golf non è stata il primo modello Volkswagen a trazione anteriore con motore raffreddato ad acqua, ma è stato il primo ad avere un impatto importante. Sebbene siano più conosciute in versione hatchback, le Golf sono state prodotte con diversi stili di carrozzeria. Le versioni coupé però sono sempre state conosciute con nomi diversi.

I progetti della Golf e della Scirocco sono entrambi firmati da Giorgetto Giugiaro. La forma originale a spigolo vivo venne arrotondata come parte di un’importante riprogettazione del 1981, dopodiché la Scirocco diminuì notevolmente la sua popolarità: infatti Volkswagen produsse oltre 500.000 esemplari del primo modello in soli 7 anni, e meno di 300.000 del secondo nel corso di 11 anni. La successiva coupé derivata dalla Golf si chiamò Corrado, ma il nome Scirocco tornò nel 2008 con una versione che venne prodotta fino al 2017 e che non ha al momento un’erede.