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5 auto con motori da F1 omologate per strada

La voglia di costruire un’auto di Formula 1 utilizzabile in strada ha fatto sì che si siano sviluppate negli anni tante supercar a dir poco iconiche. Essendo la massima serie, fin dagli arbori la F1 è stata responsabile di molte delle innovazioni tecnologiche arrivate sulle auto stradali. Anche se, negli anni, un vero e proprio motore di F1 su un’auto stradale è stato montato pochissime volte. Le cinque auto selezionate di seguito però non presero in prestito solamente la tecnologia, ma utilizzarono anche motori progettati per le monoposto di Formula 1.

Jiotto Caspita

La prima della lista non è molto conosciuta, anzi, è parecchio di nicchia e in pochi ne hanno anche solo sentito parlare. La Caspita è in realtà il secondo tentativo da parte dei giapponesi della Dome di realizzare una supercar omologata per la strada dopo il lancio fallimentare del modello “Zero”. L’idea non si fermava alla tecnologia presa “in prestito” dalla Formula 1, ma andava oltre, volendo inserire un vero motore da F1.

Il motore in questione era un flat-12 da 3,5 litri realizzato dopo il tentativo di Subaru di entrare in Formula 1. Fu depotenziato a 450 CV e abbinato a un cambio manuale a sei rapporti, facendole toccare i 100 km/h da fermo in 4,7 secondi. All’inizio degli anni ’90 l’auto è stata modificata e aggiornata con una nuova motorizzazione F1: un Judd GV V10 da 3,5 litri, che produceva ben 585 CV a 10.500 giri al minuto.

A volte la perfezione però non paga. Sì, perché Dome era questa che ricercava nel progetto, prolungando il processo di sviluppo a dismisura: quando furono pronti per la produzione i prezzi triplicarono e quindi il progetto dovette essere cancellato.

Yamaha OX99-11

La Yamaha si può ben dire che sia un portento. È riuscita infatti a brillare in svariati settori, come nella realizzazione di motori marini, moto d’acqua, strumenti musicali e ovviamente alcune delle moto più epiche di sempre. Ma non solo… ha anche contribuito a sviluppare e costruire alcuni motori automobilistici tra cui il primo V8 Toyota come anche il formidabile Ford SHO V6.

È alla fine degli anni ’80 che però l’azienda giapponese collaborò con la Formula 1, fornendo le unità a Zakspeed e Brabham. Ed è proprio quest’ultimo che ricevette il nuovo V12 OX99, rivelandosi però purtroppo non molto competitivo. Yamaha, non dandosi per vinta, decise di realizzare una supercar pazzesca con niente di meno che lo stesso OX99 nel vano motore.

Presentata nel 1992, e chiamata OX99-11, pesava 1.150 chili grazie a una monoscocca in fibra di carbonio praticamente identica a quella delle F1 dell’epoca. Il suo motore, V12 da 3,5 litri, montato al centro del telaio è stato depotenziato in modo da migliorarne l’affidabilità e adeguarsi alle normative stradali di quegli anni. Ciò nonostante, erogava 400 CV a 10.000 giri. Proprio come la Caspita, anche l’OX99-11 non è mai entrata in produzione purtroppo, sempre a causa della crisi della bolla patrimoniale giapponese. Ne esistono però tre prototipi che sono stati presentati ad alcuni eventi.

Ferrari F50

La Ferrari, che la si ami o la si odi bisogna comunque ammetterlo, rimane l’azienda automobilistica più grande e di maggior successo della Formula 1 ed è uno dei marchi più importanti di sempre. Nel 1995, prima di tornare a dominare la massima serie, ha presentato la sua ultima versione di un’auto di F1 stradale.

Con il nome di F50, in onore del cinquantesimo anniversario della Ferrari stessa, fu la prima auto di serie a utilizzare un motore da Formula 1 per la strada, il Tipo F130B DOHC. Un V12 da 4,7 litri derivato dal Tipo 036 da 3,5 litri utilizzato sulla F1 della rossa del 1990. Condivideva lo stesso design del blocco dell’unità F1, ma le testate e le valvole furono riprogettate per adattarle meglio alla strada. Con una potenza di 512 CV, ha un cambio manuale a sei rapporti e sebbene non fosse un motore di Formula 1 al 100% su un’auto stradale, era il più vicino di tutti.

Lanzante Porsche 930 TAG Turbo

Negli anni ’80 la Formula 1 iniziò a passare ai motori turbocompressi e la McLaren si trovò costretta a rivolgersi alla Techniques D’Avant-Garde  – TAG – per aiutarla a finanziare lo sviluppo di un nuovo motore. L’unità turbo fu progettata da niente di meno che Hans Mezger della Porsche, prendendo il nome di TTE P01. Un 1.5 completamente in alluminio che fece dominare la McLaren in Formula 1 dall’84 all’86.

Ovviamente Porsche non tentò mai di utilizzarlo in un’auto stradale; furono infatti i britannici di Lanzante Limited a farlo. Acquistarono ben undici unità TTE P01 V6, utilizzate precedentemente da McLaren Formula 1, decidendo di utilizzarle in quelle che tutti conosciamo come 911 Turbo, delle 930 restaurate. Il motore fu depotenziato a circa 500 CV per essere omologato per la strada e, pur producendo meno potenza delle 911 Turbo attuali, la Lanzante 930 è ancora oggi la Porsche restmod più incredibile di sempre.

Mercedes-AMG ONE

Lo scorso anno Mercedes ha finalmente svelato al mondo intero la versione della più autentica F1 per strada. Deriva dalla W06 che ha stra-dominato la stagione del 2015 ed è tutt’uno con la tecnologia F1. La Mercedes ONE è ibrida e ha un totale di 1.049 CV con il suo 1.6 leggermente modificato del V6 PU106B. Con i suoi 566 CV ovviamente è ottimizzato per l’utilizzo stradale e per una maggiore affidabilità. È bastato “veramente poco” per aggiudicarsi il record del Nordschleife delle auto di serie, con il tempo sul giro di 6:35.183 minuti. Attualmente la ONE è in produzione e sono previste 275 unità.