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Allarme caro benzina: il nuovo annuncio anticipa l’ennesimo rialzo, ma può essere quello definitivo: se succede, il settore non si rialza più.

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Allarme benzina, era tutto troppo bello per esser vero e duraturo - ansa - targetmotori.com

Addio ai prezzi più umani dell’ultimo periodo, nuovo allarme caro benzina: ecco i motivi che portano all’ennesimo rialzo.

Sembra tutto molto bello. Troppo a quanto pare. Discesa delle quotazioni di petrolio e prodotti raffinati direttamente proporzionali al prezzo medio della benzina, ai minimi storici, con il gasolio ormai a un passo dall’1,70 euro al litro.

Una pacchia, o prezzi più umani se preferite: benzina al self-service a circa 1,859 euro/litro (quattro millesimi in meno rispetto alla precedente rilevazione), il diesel a 1,708 euro/litro (anche qui quattro millesimi in meno).

Prezzi leggermente superiore al servito, come normale che sia: benzina a 2,001 euro/litro (sempre quattro millesimi in meno), diesel a 1,852 euro/litro (qui i millesimi diventano tre rispetto all’ultima rilevazione), GPL a 0,709 euro/litro (nessun incremento o decremento). E ancora.

Metano leggermente al rialzo (1,324 euro/kg ossia due millesimi in più), GNL a 1,202 euro/kg (il rialzo più importante, ovvero 7 millesimi in più rispetto alla precedente rilevazione). Prezzi senza alert in autostrada: benzina a 1,949 euro/litro (2,213 al servito), gasolio a 1,821 euro/litro (2,092), Gpl a 0,843 euro/litro, metano a 1,449 euro/kg, Gnl a 1,242 euro/kg. Ebbene, fate tabula rasa, oppure se potete fate ora benzina. Perché?

Alert OPEC+: una strategia preoccupante

L’Organizzazione dei Paesi Esportatori del Petrolio, o più semplicemente OPEC+, comprendente tredici nazioni associate, un vero e proprio cartello economico, è passata dalle parole ai fatti, decidendo di estendere la maggior parte dei tagli (profondi) alla produzione petrolifera fino al 2025, con la giustificazione di sostenere il mercato in un contesto di debole crescita della domanda, di alti tassi di interesse e crescente produzione dei competitor statunitensi.

Le promesse fatte, ahinoi, si stanno concretizzando visto che negli ultimi giorni i prezzi del petrolio greggio Brent sono stati scambiati intorno agli 80 dollari al barile, un prezzo inaccettabile per l’OPEC+, Che nel tentativo di pareggiare i propri bilanci, ha optato per una strategia ben precisa.

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Caro benzina, un preoccupante rialzo all’orizzonte – ansa – targetmotori.com

Le conseguenze dei tagli profondi

La decisione presa dall’OPEC+ e quel taglio pari a circa due milioni di barili al giorno sulla produzione del petrolio, avrà una ripercussione deleteria per tutti gli automobilisti, una conseguenza inevitabile.

I prezzi, che non hanno più toccato i picchi del 2022, si rialzeranno. Da qui una logica preoccupazione sulla quantità dell’incremento. Gli esperti, come fa notare la credibile Reuters, ipotizzano che il provvedimento dell’OPEC+ potrebbe spingere i prezzi al rialzo in primis negli USA, ma anche in Europa, seppur in maniera minore. Un misero contentino per l’Italia, visto che già adesso, nonostante il calo, non che al rifornimento si paga poco.