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Cinque auto disastrose che però hanno avuto successo

La storia dell’automobilismo è ricca di racconti di auto che per qualche motivo erano problematiche. Le cause possono essere molteplici: un cattivo progetto, una costruzione deludente, una commercializzazione inadeguata o semplicemente l’essere sbagliati per la l’epoca. La maggior parte di queste vetture hanno ottenuto uno scarso successo commerciale, ma alcuni – spesso oggetto di scherno ai giorni nostri – hanno effettivamente venduto molti esemplari.

Chrysler PT Cruiser

Lanciata nel 2000, la Chrysler PT Cruiser era basata sulla Neon ma aveva più spazio interno e uno stile retrò ideato da Bryan Nesbitt. All’inizio la PT Cruiser venne ben accolta, vincendo numerosi premi. Quando, dopo un decennio, la produzione terminò, l’auto aveva ancora molti fedeli estimatori, ma altre persone avevano perso la pazienza. In particolare la versione cabriolet è stata oggetto di critiche, a causa di vibrazioni del telaio sullo sconnesso paragonabili a quelle della Morris Minor del 1960.

Indipendentemente dalle critiche, la PT Cruiser ha avuto un discreto successo nei suoi dieci anni di produzione. Le vendite totali hanno superato l’1,3 milioni di esemplari, per una media annuale di circa 130.000 vetture, una cifra raggiunta per diversi anni sia negli Stati Uniti che in Europa. L’interesse per questa auto dall’aspetto retrò è diminuito su entrambe le sponde dell’Atlantico solo dopo il 2007, quando ha iniziato a sembrare semplicemente vecchia.

Ford Escort (quarta serie)

Ford è stata tra i leader del mercato per quasi mezzo secolo e le generazioni precedenti della Escort hanno dominato le classifiche di vendita per la maggior parte degli anni ‘80. La quarta serie uscì nel 1990 e fu immediatamente criticata dagli addetti ai lavori per uno stile anonimo e la scarsa dinamica di guida.

Ford rispese molto rapidamente alla critica, presentando una Escort completamente rivista solo due anni dopo. E se in un mercato cardine per Ford, quello inglese, nel 1990 e 1991 la Escort era finita dietro alla Fiesta, nel 1992 la Escort riguadagnò il primo posto.

Lada Classic

Lada Classic non è il nome ufficiale, ma un termine generico per berline e station wagon derivate dalla Fiat 124 prodotte dalla russa AvtoVAZ dal 1970 al 2012. Popolari in Unione Sovietica prima e in Russia poi, dove si adattavano molto bene alle strade, vennero anche esportate in alcuni mercati europei. In occidente non erano molto considerate, tranne da alcune persone a cui piaceva l’idea di acquistare un’auto nuova di zecca per pochi soldi, senza preoccuparsi di ciò che ne pensavano gli altri.

E queste Lada trovarono effettivamente molti clienti. AvtoVAZ ha dichiarato di aver costruito quasi 18 milioni di esemplari. Ovviamente la longevità ha aiutato, ma se la cifra è veritiera si traduce in una produzione media di oltre 400.000 unità all’anno per oltre 40 anni. Qualunque costruttore accetterebbe qualche ironia in cambio di questi numeri.

Renault Dauphine

Per chi piace il genere, la Reanult Dauphine è forse l’auto più bella mai prodotta dal marchio francese. Nell’immediato dopoguerra sostituì la 4CV con una versione più grande e più potente dello stesso motore. Molto popolare in Francia, la Dauphine è ricordata negli USA come un miserabile fallimento. Le ragioni della disfatta erano diverse, tra cui una notevole tendenza alla ruggine.

Eppure all’inizio la Dauphine divenne molto popolare oltreoceano grazie al mini-boom delle seconde auto che la rese straordinariamente redditizia per Renault. Tanto che la sua improvvisa caduta in disgrazia creò un caos finanziario che rischiò di mettere in ginocchio l’azienda. Nel complesso però possiamo parlare di un successo: Renault ebbe bisogno di soli 4 anni per arrivare al milione di esemplari (la 4CV aveva impiegato 14 anni per raggiungere la stessa cifra) e la produzione totale dal 1956 al 1967 fu di circa 2,1 milioni.

Trabant 601

La 601 è stata di gran lunga il modello più longevo prodotto da Trabant in quella che allora era la Germania dell’Est. La sua lontana antenata, la P50, era piuttosto moderna quando venne lanciata nel 1957, ma l’appena leggermente migliorata 601 era diventata da tempo un’auto anacronistica nel momento in cui, nel 1990, venne interrotta la produzione. Era il tipo di auto che si comprerebbe solo se non ci fossero altre alternative. Com’è stato possibile quindi il suo successo?

La risposta è semplice: la 601 fu un successo proprio perché in patria non c’erano alternative, o quasi. I clienti dovevano aspettare anni dall’ordine alla consegna (a meno che non pagassero molto di più per un esemplare usato), ma almeno alla fine avrebbero avuto un’auto e quindi libertà di muoversi. Le stime di quante ne sono state vendute variano notevolmente, ma si ritiene che la cifra si aggiri intorno ai 3 milioni di esemplari. Se i tedeschi dell’est avessero avuto accesso a ciò che era disponibile in Germania Ovest è improbabile che qualcuno di loro avrebbe preso in considerazione l’aquisto di una Trabant. Infatti, nel momento in cui avvenne la riunificazione, gli abitanti della vecchia Germania Est iniziarono ad acquistare le Volkswagen e Trabant cessò presto le attività.