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Cinque BMW M che probabilmente avete dimenticato

Nata nel 1972 come programma sportivo, BMW Motorsport GmbH – o più semplicemente BMW M – è diventata nel corso di questi cinquant’anni la divisione dedicata elle vetture più prestazionali del marchio di bavarese. Auto come la M1 o la 3.0 CSL, per non parlare della M3, hanno lasciato un grande segno nel mondo dell’automobilismo. Ma ci sono anche alcune BMW M dimenticate. Talmente rare che forse nemmeno i più appassionati ricordano.

BMW M3 Pickup (E30)

Partiamo proprio con una M3 della generazione E30, forse una delle M vintage preferite. È strano pensare che sia stata prodotta una versione pickup, ma è proprio così. È successo nel 1986 quando BMW ha messo un cassone dietro ai sedili anteriori di una Serie 3 Cabrio.

In origine il prototipo era equipaggiato con un 4 cilindri da 2 litri da 192 CV, ma alla fine il motore venne rimpiazzato dall’S14 da 2,3 litri con specifiche M in grado di erogare 200 CV. La M3 Pickup non andò oltre la fase di prototipo, ma BMW l’ha utilizzata per trasportare componenti e attrezzature per più di due decenni.

La Casa di Monaco ha poi ripreso l’idea nel 2011 quando arrivarono a sostenere che stavano pianificando una versione pickup di serie della M3 (che vedete nell’immagine di copertina di questo servizio). Ma si trattava di un pesce d’aprile. Anche se, come la sua antenata degli anni ‘80, pure la M3 Pickup E90 venne utilizzata come veicolo di trasporto dall’azienda.

BMW X5 LM (E53)

Lanciata nel 1999, la prima generazione di X5 non aveva una variante M, ma BMW ne realizzò un’esemplare one-off con motore V12. Si trattava dell’iconico propulsore S70, utilizzato in origine nella 850CSi della prima generazione di Serie 8. Questa famiglia di motori includeva anche l’S70/2, che equipaggiava l’innovativa McLaren F1, e l’S70/3, montato sulle BMW da competizione V12 LM e LMR.

Il motore della X5 LM era derivato proprio da quello che permise a BMW di vincere la 24 Ore di Le Mans nel 1999. Il 6 litri a 12 cilindri era in grado di produrre ben 700 CV. La X5 LM non venne mai prodotta, ma girò sulla Nordschleife del Nürburgring in 7’50”, arrivando nel mentre a 309 km/h.

BMW M5 Winkelhock Edition (E34)

Basata sulla M5 della generaizone E34, la Winkelhock Edition è nata grazie al due volte vincitore della 24 Ore del Nürburgring Joachim Winkelhock. Il pilota tedesco, che con BMW avrebbe anche vinto la 24 Ore di Le Mand, decise di eliminare molti equipaggiamenti della berlina per renderla più leggera. La Winkelhock Edition eliminava quindi parte dell’insonorizzazione, i poggiatesta posteriori, gli specchietti di cortesia e i fendinebbia. Venne anche montato il serbatoio di carburante della M5 statunitense, più piccolo di quello europeo.

Tra le dotazioni superstiti c’erano un volante M-Technic II, cinture di sicurezza rosse e la verniciatura nera con minigonne e spoiler anteriore argento. BMW realizzò solo 51 esemplari di questa edizione limitata.

BMW M8 (E31)

Tornata in vita nel 2018 dopo una pausa di 20 anni, la Serie 8 ha finalmente avuto una versione M con la M8 del 2019. L’idea però risaliva all’inizio degli anni ‘90 quando l’azienda tedesca realizzò il primo prototipo M basato sulla gran turismo. E, diversamente dalla sua erede moderna, era alimentata da un mostruoso V12.

Certo, le normali Serie 8 erano già disponibili con motori a 12 cilindri, visto che BMW presentò l’auto con l’M70 da 5 litri capace di 296 CV. Nel 1992, venne introdotto l’M73, che otteneva 322 CV da una cilindrata di 5,4 litri, e l’S70, da 5,6 litri e accreditato di 375 CV. Ma gli ingegneri del reparto M non si fermarono a questo. Sapendo che l’S70 aveva ulteriori potenzialità, aumentarono la cilindrata a 6 litri, aggiunsero 4 valvole per cilindro e doppi alberi a camme in testa per ogni bancata. Il risultato fu un enorme V12 in grado di sprigionare ben 640 CV.

La crisi economica e le paure che non ci sarebbe stato mercato per una vettura simile spinsero BMW ad abbandonare il progetto. La one-off venne tenuta nascosta in un magazzino fino al 2010 quando venne svelata al pubblico, quasi 2 decenni dopo essere stata realizzata.

BMW 745i SA (E23)

Fino a oggi BMW non ha mai offerto una vera versione M della sua ammiraglia Serie 7. Tuttavia, il marchio tedesco ha prodotto qualcosa che ci si avvicina molto: un’edizione limitata della 745i della generazione E23 equipaggiata con un motore dalle specifiche M destinata al mercato sudafricano. Anche se non aveva loghi M né fuori né dentro, la 745i SA sotto al cofano nascondeva l’iconico motore M88/3. Basato sul 6 cilindri in linea introdotto per la prima volta sulla M1, era condiviso con la prima generazione della M5 e con la M635CSi ed era in grado di erogare 282 CV.

Perché venne venduta solo in Sudafrica? Per difetto di progettazione. Infatti il normale 6 cilindri in linea turbo non sarebbe entrato ai modelli con la guida a destra della Serie 7, per cui BMW scelse l’unica altra opzione che avevano all’epoca: l’M88/3. La M7 non ufficiale arrivò nelle concessionarie sudafricane all’inizio del 1984 e rimase in produzione fino al 1987. Vennero prodotti solo 209 esemplari, tutti assemblati in Sudafrica partendo da kit completi spediti dalla Germania.

Almeno una di queste vetture venne esporta in Europa, mentre un’altra fu convertita in auto da corsa per il South African Modifies Saloon Car Championship. Inutile dire che la M7 sudafricana oggi è un gioiello raro e estremamente difficile da trovare.