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GlobalFroundries aumenta la produzione di chip: una boccata d’ossigeno per il mercato auto

LIUZHOU, CHINA - AUGUST 12: Employees work on the assembly line of Wuling Hongguang Mini EV microcar at a factory of SAIC-GM-Wuling Automobile Co. on August 12, 2021 in Liuzhou, Guangxi Zhuang Autonomous Region of China. (Photo by Li Hanchi/VCG via Getty Images)

La carenza globale di chip ha causato profonde interruzioni nei processi produttivi del mercato automobilistico. Aziende come Nissan, Mercedes, Toyota e altre, hanno avuto evidenti difficoltà a gestire la mancanza di semiconduttori e garantire il regolare svolgimento delle proprie attività.

Ebbene, non è una novità che la maggior parte delle società auto abbia bloccato temporaneamente la produzione, mentre altre compagnie deciso di cambiare le proprie offerte in corsa, vendendo auto senza alcuni sistemi tecnologici che richiedevano ingenti risorse di chip.

Fortunatamente, anche se l’industria auto continua a faticare nel trovare un modo per ridurre l’impatto della carenza di chip sulle proprie operazioni di produzione, alcune buone notizie arrivano dal chipmaker statunitense GlobalFoundries.

GlobalFoundries ha infatti annunciato che si aspetta che la propria produzione di chip sia più del doppio del volume che ha registrato nel 2020. Per il 2022 è invece in programma un’ulteriore espansione.

In termini sintetici, questo significa che GlobalFoundries sarà in grado di produrre più chip in tutte le sue strutture, non solo quelle negli Stati Uniti. Così facendo, cerca di allineare la produzione con la domanda. E, dunque, spedire più semiconduttori per applicazioni automobilistiche, anche espandendo i wafer esistenti per adattarli per l’industria automobilistica.

In teoria, questa è tutta una buona notizia, come abbiamo già rammentato. Tuttavia, è evidente come la carenza globale di chip non potrà finire così in fretta. Dunque, trovano conferma le previsioni secondo cui la crisi dei semiconduttori continuerà fino al 2023.