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I costruttori si preparano a estrarre direttamente i metalli per le batterie

Nei prossimi anni il mondo dell’automotive abbandonerà pian piano i combustibili fossili per passare alla mobilità elettrica. Ciò però non significa che non saranno più necessarie le risorse che provengono dalle profondità della Terra.

Infatti per soddisfare gli obiettivi di elettrificazione delle diverse Case automobilistiche serviranno batterie che a loro volta avranno bisogno di notevoli quantità di litio, cobalto e altri metalli che non fanno parte dell’abituale catena di approvvigionamento. Localizzare questi materiali ed estrarli in modo sicuro è un affare complesso, la cui gestione sarà cruciale per il futuro della mobilità.

Negli Stati Uniti, il Presidente Joe Biden spera che entro il 2030 i veicoli elettrici rappresentino la metà delle vendite. Anche i costruttori hanno fissato i propri obiettivi: per esempio Volvo prevede si avere una gamma completamente elettrificata entro il 2030, General Motors entro il 2035 e Volkswagen entro il 2040.

I costruttori si trasformano

Se fino ad oggi le Case erano interessate quasi unicamente alla produzione dei veicoli, l’assenza di una catena di fornitura per le batterie li ha spinti a entrare anche in questo processo. Si stanno infatti creando delle collaborazioni per aprire miniere d’estrazione per metalli chiave come il litio, per assicurarsi che i materiali siano scelti in modo etico e responsabile e per sviluppare piani di riciclo delle batterie.

“Joint venture e investimenti strategici sulla catena di approvvigionamento aiuteranno i costruttori ad assicurarsi sufficiente accesso ai materiali per le batterie e aumenterà la loro esperienza nei veicoli elettrici”, sostiene Sam Abuelsamid, analista alla Guidehouse Insights. “Queste aziende hanno capito che batterie e motori elettrici saranno una competenza chiave come lo sono stati i motori termici e le trasmissioni negli ultimi cento anni”.

La pandemia e la conseguente carenza di microchip hanno mostrato ancora di più alle Case automobilistiche l’importanza di avere maggior controllo sulla fornitura dei materiali. “Se le forniture arrivano da poche aziende e da limitatissime aree geografiche, la catena diventa molto fragile”, continua Abuelsamid.

Ed ecco perché i produttori di automobili e di batterie stanno costruendo impianti per le cellule delle batterie vicino a quelli di assemblaggio dei veicoli. La stessa cosa potrebbe accadere appena possibile con l’estrazione delle materie prime e il riciclo.

Quindi se al momento la maggior parte del litio usato nelle batterie arriva da miniere in Australia, Sud America e Cina, in futuro arriverà da siti che i costruttori stanno cominciando a programmare, per esempio negli Stati Uniti.

Scongiurare la mancanza di materie prime

Gli investimenti nell’approvvigionamento di metalli per batterie potrebbero evitare una carenza di materiali cruciali man mano che le vendite di veicoli elettrici aumentano. In luglio GM ha disposto un investimento strategico multimilionario per assicurarsi litio a basso costo del Lago Salton, un lago tossico in California vicino al confine col Messico. Il progetto dovrebbe dare i suoi frutti entro il 2024.

La ricerca di un sito di estrazione del litio può durare anche un decennio. L’attuale processo estrattivo richiede due anni per produrre materiale adatto alle batterie, ma sono in corso prove per riuscire a sfruttare un processo di estrazione diretta in grado di estrarre litio per batterie in giorni o al massimo in settimane.

Con l’estrazione diretta e con altre innovazioni, Manish Chawla, Global Genral Manager per il settore industriale alla IBM, è convinto che industria sarà in grado di evitare una crisi delle batterie: “Gli investimenti sono destinati ad aumentare in modo significativo insieme ai veicoli elettrici”, ha annunciato.