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In Giappone sono perplessi sui taxi a idrogeno

Tra le alternative alle motorizzazioni tradizionali, oltre all’elettrico, si parla sempre più dell’idrogeno. Toyota è una delle case automobilistiche che più ha creduto in questo carburante pulito, lanciando alcuni anni fa il suo primo modello di serie, la Mirai. Il Giappone è stato uno delle prime nazioni a proporre una propria strategia sull’idrogeno, ma i reali vantaggi pare non si siano ancora visti nemmeno in estremo oriente.

A dimostrazione delle difficoltà che vive l’idrogeno anche in Giappone c’è la compagnia di taxi MK West Group, che opera a Kobe. Parlando con Bloomberg, il presidente dell’azienda Yoshiaki Aoki, si è detto preoccupato per i veicoli a celle di combustibile alimentate a idrogeno: “Bisogna essere pazzi per comprare un veicolo a idrogeno, anche se si ha a cuore l’aspetto ambientale. E i clienti non sono disposti a pagare soldi extra perché il loro taxi fa bene all’ambiente”, ha detto senza mezzi termini Aoki.

Toyota Mirai

La flotta della MK West Group comprende due Toyota Mirai, mentre il resto dei veicoli sono per la maggior parte auto ibride. Sebbene le Mirai abbiano l’enorme vantaggio di poter fare il pieno di idrogeno in un paio di minuti, rispetto alle lunghe attese di un veicolo elettrico equivalente, sono comunque più costose da guidare rispetto alle ibride.

Nel caso in cui un taxi percorra 150.000 km in un anno, Aoki stima che il veicolo a idrogeno venga a costare 1 milione di yen (circa 6.400 euro) in più in 12 mesi. Il motivo di questa discrepanza sono dati da un’infrastruttura che è ancora acerba. Secondo Yoshihiro Ueno, senior executive di Air Liquide in Giappone, la maggior parte delle stazioni di idrogeno deve ancora diventare redditizia a causa, principalmente, della scarsità di domanda.

In effetti, degli 80 milioni di automobili che circolano sulle strade giapponesi, solo 8.000 sono alimentate a idrogeno. Si crea in questo modo la classica situazione dell’uovo e della gallina. Così, nonostante lo svantaggio dei lunghi tempi di ricarica, Aoki sta seriamente valutando di abbandonare le sue vetture a idrogeno passando a modelli elettrici.