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Perché la Hirohata Merc è l’auto custom più influente negli USA?

Negli Stati Uniti personalizzare le auto è una tradizione molto più che nel Vecchio Continente. La Hirohata Merc è considerata da molti la vettura più importante nella storia delle customizzazioni americane. Ma perché questa one-off è così importante?

Fin da quando è iniziata la produzione in serie delle auto, alcuni proprietari molto ricchi volevano che le loro vetture apparissero ancora più esclusive. Per questo si rivolgevano a carrozzieri che trasformavano i loro veicoli in pezzi unici di arte automobilistica. Decenni più tardi, dopo la conclusione della Seconda Guerra Mondiale, il sogno di personalizzare i veicoli cominciò a fare breccia anche nelle menti della gente comune che finalmente potevano permettersi di modificare le loro auto.

Durante gli anni ‘50, negli USA, una moltitudine di piccole officine o semplici proprietari appassionati in un garage, con i giusti attrezzi e molta creatività, realizzavano creazioni uniche a una velocità record. Mentre le prime hot rod erano vetture orientate alle prestazioni pesantemente modificate, le auto custom mantenevano solitamente le specifiche di serie in carrozzerie che erano notevolmente modificate, spesso con elementi presi da altre auto più esclusive.

“I soldi non sono un problema”

In quegli anni, un’officina di Los Angeles chiamata Barris Kustoms riuscì a farsi un nome grazie alla creazione di alcune delle auto custom più belle nel Paese. Fondata dai fratelli George e Sam Barris, era la realtà a cui si rivolgevano gli appassionati più esigenti per vedere i loro sogni realizzarsi.

Uno di essi era Masato “Bob” Hirohata, un giovane uomo d’affari che voleva trasformare la sua Mercury Eight coupé nella custom più eccezionale mai concepita. Nel 1952, si presentò direttamente ai fratelli Barris assicurando che i soldi non sarebbero stati un problema se avessero potuto realizzare quello che cercava.

Insieme a un talentuoso team che comprendeva Frank Sonzogni e Hershel “Junior” Conway, i Barris realizzarono un veicolo così speciale che trasformò la produzione di vetture customizzate in una forma d’arte, influenzando generazioni di costruttori nei decenni seguenti.

Stravolta da cima a fondo

La Hirohata Merc aveva una notevole quantità di complicate modifiche, come una linea di cintura ridisegnata che si estendeva dai fari anteriori fino a quelli posteriori di una Lincoln del ‘52. La sua carrozzeria era stata tagliata, l’intero corpo abbassato durante il lunghissimo processo di sezionamento. Le cornici dei finestrini laterali avevano una curvatura particolare, straordinariamente bella.

L’aspetto pulito dell’auto venne ulteriormente rafforzato da diverse prese d’aria, una griglia personalizzata, coprimozzi Cadillac e la rimozione di tutti gli emblemi di serie. Anche le maniglie delle porte vennero sostituite con soleniodi elettrici azionati tramite pulsanti cromati discretamente incorporati nei telai dei finestrini.

Rifinita con interni personalizzati e verniciata con una tinta verde bicolore, non esisteva niente di simile per le strade. La Hirohata Merc giò praticamente ogni evento automobilistico, ottenendo numerosi premi.

Dimenticata e ritrovata

Nel 1955 il motore di serie, un V8 a testa piatta di Ford, venne sostituito con un’unità Cadillac e la sua iconica vernice verde venne modificata con una sfumatura d’oro per la sua apparizione in un film dal titolo Running Wild. Poco dopo, Hirohata decise di vendere la sua iconica auto, che avrebbe dovuto poi sopportare anni di abbandono nelle mani dei nuovi proprietari.

Nel 1959 un giovane appassionato di nome Jim McNiel trovò l’auto e convinse il proprietario a venderla per soli 500 dollari. Ormai il periodo delle customizzazioni classiche era terminato e tutti sembravano essersi dimenticati della Hirohata Merc. Per fortuna Jim conosceva il valore (non solo materiale) del veicolo e decise di riportarlo alla gloria di un tempo.

Inizialmente riuscì solo a risolvere alcuni dei problemi più fastidiosi, rendendola guidabile. Ma con il passare del tempo e la crescita della sua famiglia, era sempre meno il tempo da dedicare all’auto che quindi rimase spesso nel garage, aspettando di poter tornare nuovamente in strada.

Ritorno alla gloria

Anni più tardi, con l’aiuto dello storico Greg Sharp e del redattore della rivista Rod & Custom Pat Ganahl, McNiel fu in grado di trovare i fondi necessari per concludere il restauro della Merc. La maggior parte del lavoro fu svolta da Jim stesso, nel suo garage, con l’aiuto di alcuni amici. Parteciparono al restauro anche alcuni membri della squadra origina dei fratelli Barries, come Junior Conway che ridipinse la carrozzeria nei suoi colori originali.

Nel 2016, la Hirohata Merc è potuta tornare in strada in perfette condizioni, con Jim e la moglie che l’hanno presentata in diversi eventi intorno al mondo. Purtroppo Jim è morto nel 2018 e la vettura è stata venduta dalla famiglia a un collezionista privato. Il nuovo proprietario l’ha messa all’asta con Mecum il mese scorso, riuscendo a ottenere quasi 2 milioni di dollari (1,76 milioni di euro) per questo incredibile pezzo di storia automobilistica.

Settant’anni dopo la sua realizzazione, la Hirohata Merc rimane incredibilmente bella come lo era negli anni ‘50 grazie a Jim McNeil e alle persone che l’hanno aiutato nel restauro. Tutt’oggi continua a essere una delle auto customizzate più iconiche, ispiratrici e sofisticate mai costruite.

Hirohata Merc – Le foto