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RUF CTR, la Porsche 911 più veloce delle Ferrari F40

All’apparenza sembrava una Porsche 911 come se ne vedevano molte, ma la RUF CTR riusciva mettere in imbarazzo qualsiasi supercar incrociasse sul suo percorso. Era la Porsche per chi non si accontentava di una “semplice” 911 Turbo o anche di una ben più esclusiva 959. Era un mostro omologato per la strada che, tuttavia, aveva bisogno di una normale Carrera 3.2 come base di partenza.

L’azienda ideatrice di questo progetto era la RUF Automobile GmbH (o più semplicemente RUF). Fondata nel 1939 da Alois Ruf a Pfaffenhausen, in Germania, era all’inizio della sua storia una semplice officina, che più tardi cominciò a costruire bus. Quando Alois Ruf morì, nel 1974, il figlio 24enne Alois jr. – che era un grande appassionato di Porsche – riorganizzò l’azienda di famiglia trasformandola in un elaboratore dedicato a tutte le vetture di Zuffenhausen, in particolare alle 911.

Un anno dopo, un modello Turbo diventò la prima Porsche elaborata da RUF e, nel 1978, la SCR aspirata si aggiunse alla gamma. Quest’ultima divenne un successo e rese famosa l’azienda, grazie a prestazioni che si avvicinavano a quelle della 911 Turbo di serie. Ma il meglio doveva ancora arrivare.

Un sogno che si avvera

Un decennio dopo, il sogno di Alois jr. di realizzare la 911 perfetta diventò realtà con l’introduzione della CTR. Era basata sulla Carrera 3.2 perché il telaio era più leggero e aveva un coefficiente aerodinamico migliore delle più potenti versioni Turbo. Tuttavia la vettura doveva essere completamente smontata e pesantemente modificata.

Come avevano fatto gli ingegneri di Porsche con la 2.7 RS degli anni ‘70, la carrozzeria ottenne molti pannelli leggeri e saldati in alluminio come il cofano e le portiere. Inoltre l’aerodinamica venne leggermente migliorata grazie a nuovi paraurti in fibra di vetro e allo spoiler in stile Turbo. Tutte queste modifiche permettevano di risparmiare circa 200 kg, nonostante l’aggiunta di un rollbar per migliorare la sicurezza e la rigidità torsionale.

Il trattamento dimagrante continuava all’interno dove venne tolto tutto ciò che non fosse strettamente necessario. Fatta eccezione per un paio di sedili avvolgenti Recaro da corsa e una moquette più sottile, la RUF non aveva aggiunto altre dotazioni. Per il comfort, vennero mantenuti l’aria condizionata e l’impianto stereo, anche se quest’ultimo non era necessario considerando l’incredibile melodia cantata dal motore.

Verso i 500 CV

Come il telaio, anche il boxer a 6 cilindri era preso dalla Carrera 3.2. Veniva portato a 3.4 litri, equipaggiato con un sistema di iniezione di carburante progettato inizialmente per la leggendaria 962 da corsa e ben due turbocompressori di uguali dimensioni. Mentre il 3.2 aspirato erogava di serie 230 CV, il motore della RUF CTR poteva spingersi fino a 463 CV a 5.950 giri/minuto e 553 Nm di coppia a 5.100 giri/minuto.

Numeri migliori di quelli della 911 Turbo, della 959 a quattro ruote motrici o della Lamborgini Countach LP5000 Quattrovalvole. Si dice addirittura che questi valori fossero i minori registrati sul banco di prova dall’azienda. Diversi test indipendenti condotti negli anni seguenti hanno rivelato che la potenza del motore era molto vicina ai 500 CV.

Ma con tutta quella potenza, gli ingegneri dovevano affrontare un grosso problema. La Carrera 3.2 era dotata di una trasmissione manuale a 5 rapporti che non poteva accoppiarsi al motore elaborato della RUF CTR. L’unico cambio Porsche teoricamente in grado di gestire tutta quella potenza era il quattro marce della Turbo. Invece di utilizzare una trasmissione obsoleta, RUF decise per un approccio senza compromessi, progettando da zero un cambio a 5 rapporti appropriato. Con i rapporti di trasmissione sintonizzati alla perfezione, la vettura accelerava così da 0 a 100 km/h in 3,7 secondi e raggiungeva una velocità massima di 342 km/h.

Yellowbird

Queste prestazioni vennero raggiunte in test indipendenti svolti da alcune riviste, tra cui Autocar. I tedeschi di Auto Motor und Sport organizzarono invece una prova di alta velocità a Nardò nel 1988. La CTR si confrontò testa a testa con le supercar più veloci dell’epoca e riuscì a ottenere, con 342 km/h, la velocità di punta più elevata. Lasciò dietro la Porsche 959 e la Ferrari F40, entrambe con 339 km/h.

Una prova simile era stata condotta un anno prima dalla rivista americana Road & Track sul circuito Volkswagen di Ehra Lessien. Nove capolavori ad alte prestazioni – tra cui una Ferrari Testarossa, una Porsche 930 Slant Nose e una Lamborghini Countach 5000S. Con grande sorpresa di tutti, la CTR gialla fu l’unica auto a raggiungere i 339 km/h sul rettilineo. I fotografi della rivista, che faticavano a inquadrare la vettura in piena velocità, la soprannominarono Yellowbird (uccello giallo) e questo diventò il soprannome della CTR da quel momento in poi.

Ma la RUF basata sulla 911 non era solo velocissima sul dritto, ma poteva vantare anche una guidabilità impeccabile essendo dotata di sospensioni personalizzate e freni maggiorati.

Oggetto da collezione

L’elaboratore tedesco continuò a offrire la CTR fino al 1992. Non si sa con precisione quante Carrera 3.2 vennero convertite, ma l’azienda realizzò da zero 29 esemplari, utilizzando telai Porsche non contrassegnati. Queste unità avevano diversi numeri di identificazione e oggi sono molto ricercati dai collezionisti. Alcuni sono emersi in qualche asta negli ultimi anni, passando di mano per oltre 1 milione di dollari.

Per decenni molte Case automobilistiche hanno affermato che i loro modelli superavano tutte le altre supercar, ma molto spesso questa affermazione era esagerata. Non è stato il caso della RUF CTR, un’auto leggendaria che ha ogni volta dimostrato sul campo la sua superiorità.

RUF CTR – Le foto