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Stellantis, strada in salita per la nuova fabbrica di batterie in Italia?

I rappresentati della joint venture di Stellantis, impegnata nella progettazione e nella produzione di batterie elettriche per veicoli, negli scorsi mesi hanno tenuto sei incontri con i rappresentanti del governo al fine di valutare se vi siano o meno le condizioni per costruire una GigaFactory in Italia, quale parte integrante del piano della casa automobilistica per sostenere la sua espansione nella mobilità elettrica.

Gli esiti? A quanto pare, non sempre pienamente soddisfacenti.

Stellantis, costituita a gennaio dalla fusione di Fiat Chrysler Automobiles e PSA Group, è parte di una joint venture con Total, chiamata Automotive Cells Company. L’obiettivo dichiarato della joint venture è quello di costruire due fabbriche di celle a Douvrin, in Francia, e a Kaiserslautern, in Germania.

Complessivamente, si legge nella stampa specializzata, l’investimento dovrebbe aggirarsi intorno a 5 miliardi di euro. A regime, gli impianti garantirebbero la produzione di batterie sufficienti ad alimentare un milione di auto all’anno.

Dove installare la terza fabbrica

Il 15 aprile, l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, ha dichiarato che la propria società avrebbe deciso entro la fine dell’anno dove collocare la terza fabbrica. L’Italia, insieme alla Spagna, sembra essere la favorita. Ma è davvero così?

Il Fatto Quotidiano ricorda che il ministero della Transizione ecologica – che dovrebbe essere particolarmente interessato al piano – avrà accesso a circa il 40% dei 205 miliardi di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). 

L’Italia prevede infatti di spendere quasi 24 miliardi di euro per la transizione verso un’energia più pulita e una mobilità sostenibile. E, di questi, un miliardo dovrebbe andare proprio sulle batterie elettriche, l’energia eolica e quella solare.

Ora, è ben possibile che l’Italia possa destinare parte di questi fondi a supportare i progetti Stellantis, senza che siano qualificabili come aiuti di Stato. E, in tal senso, il ministero avrebbe già anticipato che la fabbrica potrebbe meglio situarsi nel centro e nel sud Italia, dove Stellantis ha tre stabilimenti automobilistici (Cassino, Melfi e Pomigliano). I sindacati dei metalmeccanici hanno però fatto pressioni per il nord Italia, dove Stellantis ha due stabilimenti (Mirafiori e Grugliasco).

Proprio in uno degli stabilimenti settentrionali (Mirafiori) è presente anche un hub batterie che assembla i pacchi per la Nuova 500 Elettrica, e per i futuri modelli elettrici Maserati.

Rapporti più tesi dopo l’incontro di fine maggio

Qualcosa sembra però essersi complicato dopo il 28 maggio, quando il presidente di Stellantis John Elkann e l’amministratore delegato Carlos Tavares avrebbero incontrato Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico.

Reuters riporta che Giorgetti avrebbe chiesto rassicurazioni a Stellantis sul fatto che l’Italia possa rimanere uno dei principali Paesi in cui l’azienda continuerà a produrre veicoli. Ha poi chiesto informazioni sui piani di investimento nella produzione di batterie a Mirafiori, il principale distretto industriale della Fiat a Torino.

Giorgetti ha dunque ricordato ai dirigenti di Stellantis che il governo italiano ha sostenuto l’80% di un prestito di 6,3 miliardi di euro concesso nel maggio 2020 all’ex Fiat Chrysler Automobiles, grazie al quale FCA ha evitato di ridurre i posti di lavoro in Italia per l’intera durata del supporto finanziario.

Giorgetti ha dunque dichiarato che Stellantis potrebbe tagliare i posti di lavoro solo se la società sarà in grado di rimborsare completamente il prestito. E che, inoltre, considera essenziale sospendere le fruizioni dei sussidi legati al COVID per pagare parte o tutti i salari dei lavoratori inattivi.

Insomma, si tratterebbe di posizioni che – sostengono alcune fonti di stampa – non sarebbero state gradite ai vertici di Stellantis. E che potrebbero rendere più difficile trovare un’intesa sul nuovo maxi investimento elettrico.