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Volkswagen acquista crediti CO2 da Tesla in Cina

Volkswagen ha acquistato crediti CO2 da Tesla in Cina. A sostenerlo è l’agenzia di stampa Reuters, secondo cui l’intesa sembra coinvolgere la joint venture di VW con FAW, con la quale la compagnia tedesca e la sua partner asiatica stanno cercando di conformarsi alle sempre più severe normative sulle emissioni in Cina.

Ricordiamo infatti che in Cina, come buona parte del resto del mondo, è possibile effettuare uno scambio di crediti green al fine di compensare le emissioni inquinanti. E che alcune società che focalizzano il proprio business sui veicoli più ecologici possono facilmente diventare creditori, vendendo i certificati in surplus.

Il primo accordo di questo tipo in Cina

Stando a quanto ricorda Reuters si tratta del primo accordo del suo genere tra le due società in Cina. Per l’agenzia, è un chiaro segno di come l’azienda tedesca stia cercando di affrontare con consapevolezza la trasformazione della sua attività di produzione di auto a benzina, in veicoli elettrici, andando così a competere proprio con l’azienda di Elon Musk.

volkswagen

Per il momento, sia Tesla che Volkswagen hanno rifiutato di commentare l’accordo. Non è inoltre nemmeno chiaro quanti crediti FAW-Volkswagen voglia comprare da Tesla, sebbene le fonti di stampa sostengano che l’offerta di FAW-Volkswagen sia di circa 3.000 yuan per credito, e dunque superiore ai prezzi applicati negli anni precedenti.

L’impegno di Volkswagen in Cina

Volkswagen sta per lanciare cinque modelli di auto elettriche in Cina, mentre ci sono più perplessità sui lanci in ottica globale. Probabilmente di questa tornata di auto elettriche solo la ID.4 diventerà un veicolo elettrico a diffusione globale.

Gli altri modelli (tra cui anche un SUV elettrico) saranno destinati espressamente al mercato cinese, dove le joint venture di Volkswagen dovrebbero giocare un ruolo chiave per consentire al gruppo di aumentare la quota di veicoli elettrici al 35% entro il 2025. Ovvero, ben 1,5 milioni di auto elettriche entro il 2025, di cui un terzo coperto dall’ID.4.