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Quando un’auto diventa d’epoca? Tutto quello che c’è da sapere

Molto spesso si sente parlare di auto d’epoca ma… quando possiamo definire effettivamente tale un veicolo che ha un po’ di anni alle spalle?

E, ancora, che differenza c’è tra auto d’epoca e auto storiche, auto di interesse storico o collezionistico?

E quando un’auto diventa d’epoca?

Cerchiamo a fare un po’ di chiarezza su questo argomento. Scopriamo insieme quali sono i requisiti che possono permetterci di qualificare un veicolo come d’epoca.

Auto d’epoca secondo il Codice della Strada

La prima cosa che possiamo fare per definire un’auto d’epoca è leggere il tenore letterale dell’art. 60 co. 2 del Codice della Strada, rubricato “Motoveicoli e autoveicoli d’epoca e di interesse storico e collezionistico”:

1. Sono considerati appartenenti alla categoria di veicoli con caratteristiche atipiche i motoveicoli e gli autoveicoli d’epoca, nonché i motoveicoli e gli autoveicoli di interesse storico e collezionistico.

2. Rientrano nella categoria dei veicoli d’epoca i motoveicoli e gli autoveicoli cancellati dal P.R.A. perché destinati alla loro conservazione in musei o locali pubblici e privati, ai fini della salvaguardia delle originarie caratteristiche tecniche specifiche della casa costruttrice, e che non siano adeguati nei requisiti, nei dispositivi e negli equipaggiamenti alle vigenti prescrizioni stabilite per l’ammissione alla circolazione. Tali veicoli sono iscritti in apposito elenco presso il Centro storico del Dipartimento per i trasporti terrestri.

3. I veicoli d’epoca sono soggetti alle seguenti disposizioni:

a) la loro circolazione può essere consentita soltanto in occasione di apposite manifestazioni o raduni autorizzati, limitatamente all’ambito della località e degli itinerari di svolgimento delle manifestazioni o raduni. All’uopo i veicoli, per poter circolare, devono essere provvisti di una particolare autorizzazione rilasciata dal competente ufficio del Dipartimento per i trasporti terrestri nella cui circoscrizione è compresa la località sede della manifestazione o del raduno ed al quale sia stato preventivamente presentato, da parte dell’ente organizzatore, l’elenco particolareggiato dei veicoli partecipanti. Nella autorizzazione sono indicati la validità della stessa, i percorsi stabiliti e la velocità massima consentita in relazione alla garanzia di sicurezza offerta dal tipo di veicolo;

b) il trasferimento di proprietà degli stessi deve essere comunicato al Dipartimento per i trasporti terrestri, per l’aggiornamento dell’elenco di cui al comma 2.

4. Rientrano nella categoria dei motoveicoli e autoveicoli di interesse storico e collezionistico tutti quelli di cui risulti l’iscrizione in uno dei seguenti registri: ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI.

5. I veicoli di interesse storico o collezionistico possono circolare sulle strade purché posseggano i requisiti previsti per questo tipo di veicoli, determinati dal regolamento.

6. Chiunque circola con veicoli d’epoca senza l’autorizzazione prevista dal comma 3, ovvero con veicoli di cui al comma 5 sprovvisti dei requisiti previsti per questo tipo di veicoli dal regolamento, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 85 a euro 338(2) se si tratta di autoveicoli, o da euro 41 a euro 169 se si tratta di motoveicoli.

Cosa sono le auto d’epoca

Al termine della lettura dell’art. 60 CdS, possiamo dunque sinteticamente definire le auto d’epoca come dei veicoli che rientrano nella categoria di quelli cancellati dal PRA poiché destinati alla conservazione in musei o locali pubblici e privati.

L’obiettivo delle auto d’epoca è infatti quello di salvaguardare le specifiche tecniche e le altre caratteristiche del modello, non più utili per essere ammesse alla circolazione sulla base delle vigenti prescrizioni di legge.

I veicoli che rientrano in questa classe sono iscritti in un apposito elenco presso il Centro storico del Dipartimento per i trasporti terrestri.

Differenza auto d’epoca e auto storiche

Quanto sopra ci accompagna verso la prima grande differenza tra auto d’epoca e auto storiche. Le prime, contrariamente alle seconde, non possono circolare liberamente su strada. Possono infatti farlo solamente in caso di eventi autorizzati, e limitatamente nei luoghi di tali manifestazioni.

In queste ipotesi le auto d’epoca, per poter circolare su strada, dovranno essere provviste di una specifica autorizzazione rilasciata dal competente ufficio del D.T.T.. Nel documento andranno indicati la validità dell’autorizzazione, i percorsi da coprire e la velocità massima consentita dal veicolo.

Di contro, i veicoli di interesse storico e collezionistico, intendendo come tali quelli di cui risulti l’iscrizione in uno dei registri ASI, Storico Lancia, Italiano Fiat, Italiano Alfa Romeo e Storico FMI, possono circolare su strada se posseggono i requisiti ex art. 215 co. 5 del regolamento di attuazione del CdS.

Quando un’auto diventa d’epoca?

Affinché un’auto diventi d’epoca è necessario che siano trascorsi almeno 30 anni dalla sua produzione (20 in alcune regioni come la Lombardia). Una data che – evidentemente – potrebbe anche non coincidere con la sua immatricolazione.

Tra i requisiti per qualificare un’auto come d’epoca vi è inoltre il fatto di aver mantenuto le originarie caratteristiche tecniche specifiche della casa costruttrice. Non si può dunque considerare d’epoca quel veicolo che ha subito profonde modifiche da parte dei proprietari succedutisi nel tempo.

Lo stato dell’auto d’epoca deve inoltre essere almeno decoroso, non potendosi qualificare come d’epoca un veicolo in stato di eccessivo deterioramento.

Si tenga conto che per poter accertare le condizioni dell’auto i tecnici della Motorizzazione effettuano un controllo sul veicolo e, nel caso di verifica positiva, iscrivono il mezzo nell’elenco di un apposito registro.

Multe per chi circola su strada con un’auto d’epoca

Chi circola con un’auto d’epoca senza autorizzazione è soggetto a una multa da 87 a 345 euro (da 42 a 173 euro se si tratta di moto). Sanzioni più lievi per coloro che hanno ricevuto l’autorizzazione ma non hanno con sé il foglio di via e/o la targa provvisoria: da 26 a 102 euro. Chi invece circola senza rispettare il percorso, o le prescrizioni del foglio, paga una multa da 42 a 173 euro.

Infine, se le infrazioni sono ripetute per più di tre volte, scatta una multa aggiuntiva da 87 a 345 euro, oltre alla confisca dell’auto d’epoca.

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