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Linea Binotto: “In Ferrari non dobbiamo cambiare approccio”

Ferrari principal Mattia Binotto after the second practice ahead of the Formula 1 Hungarian Grand Prix at Hungaroring in Budapest, Hungary on July 29, 2022. (Photo by Jakub Porzycki/NurPhoto via Getty Images)

L’annata era partita splendidamente, con una Ferrari vincente e una Red Bull in difficoltà di affidabilità dopo la sbornia della vittoria mondiale di Abu Dhabi. Ma dopo le prime tre impeccabili gare la marcia del Cavallino si è interrotta. Tra problemi alle monoposto, errori di strategia e quant’altro, sul banco degli imputati c’è finito il Team Principal Mattia Binotto. E, di certo, per il numero uno della gestione sportiva di Maranello le vacanze saranno tormentate dopo il disastro di Budapest. Lo stesso manager reggiano aveva dichiarato di non accontentarsi di nulla che non fosse una doppietta e, anche per questo, l’insuccesso clamoroso è doppiamente significativo.

Anni difficili

Come detto, sul banco dei colpevoli è finito in primis Mattia Binotto, per la quarta stagione al timone della Scuderia più famosa e vincente del pianeta. Una bella responsabilità per un ingegnere che ha osservato da vicino e partecipato ai successi del periodo d’oro di Michael Schumacher. “Penso che non sia stato un viaggio facile dal 2019 ad oggi. Abbiamo passato un 2020, molto difficile, e poi il 2021”, ha detto Binotto a Motorsport. “Ma anche nel 2022, poiché stiamo lottando per il meglio, a volte ci sono gare in cui non stiamo ottenendo quello che è il potenziale della vettura. Quindi non è facile”, l’analisi del numero uno della rossa.

Severità

Nella sua analisi, Mattia Binotto ha parlato della difficoltà di osservare il fumo e i guasti al motore, dal momento che lui stesso ha gestito il dipartimento che si occupava di quello a Maranello, citando gli esempi di Carlos Sainz in Austria e Charles Leclerc a Baku. “Rimango calmo, ma credetemi, sono depresso”, ha confidato. Binotto non ha poi girato attorno anche alla domanda circa il suo stile al comando della Ferrari: “Penso di non essere brutale, ma severo. E le persone intorno a me sanno che posso essere molto severo”, il monito a chi lo descrive come troppo blando. “Penso che la squadra a partire dal 2017 stia semplicemente cercando di progredire ogni singolo anno”, il parere dell’ingegnere italiano.

Non cambiare

L’obiettivo chiaro a Maranello prima e durante la gestione Binotto era ed è quello di avanzare e recuperare posizioni rispetto a quel vertice che pareva così lontano in certe annate. “Non credo che ci sia qualcosa di diverso che dobbiamo fare”, ha chiarito. “Al momento abbiamo il potenziale per vincere le gare. Ma ciò non significa che dobbiamo cambiare il nostro approccio. Non ci sono proiettili d’argento, quindi non penso che dobbiamo cambiare noi stessi”, la filosofia imperante a Maranello. Una linea di pensiero che al momento ha portato notevoli progressi rispetto alla passata stagione, per esempio. Ma il problema che toglie il sonno a Binotto e soci è quello di evitare errori e permettere alla macchina (velocissima) e ai piloti di esprimere al meglio il potenziale. Pare facile a dirsi, però la stagione finora ha raccontato ben altro. La buona notizia è che ci sono altre nove gare per raddrizzare una situazione improvvisamente complicatissima.