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Cinque cabrio che quest’estate saremo contenti di non vedere

Arriva la bella stagione ed ecco che torna la voglia di aprire il tettuccio e viaggiare con il vento tra i capelli. Le cabrio sono tra le tipologie di auto più desiderate dagli automobilisti e, in effetti, modelli come la nuova Mercedes-AMG SL fanno decisamente sognare. E pure auto molto più abbordabili come la Mazda MX-5 sono un’ottima scelta per chi vuole divertirsi senza capote. Ma non è tutto oro quel che luccica e nel corso degli anni abbiamo visto uscire sul mercato auto scoperte che erano tutt’altro che memorabili. E che fortunatamente hanno smesso di essere prodotte. Ecco cinque modelli di cabrio che non rimpiangeremo quest’estate!

Chrysler PT Cruiser Convertible

Se una cabriolet dovrebbe conferire una certa gioia di vivere, la PT Cruiser Convertible dava più l’impressione che si volesse farla finita. Lo stile di questa due porte scoperta non era così personale come quello della sua sorella a tetto fisso e di certo non aiutava la capote che, quando veniva abbassata, rimaneva visibile sopra la linea della carrozzeria.

Tuttavia, la PT Cruiser Cabrio offriva spazio sufficiente per quattro persone a un prezzo accessibile. Il tetto, che lasciava l’abitacolo abbastanza isolato quando era in posizione, era removibile elettricamente e impiegava 20 secondi per aprirsi o chiudersi.

Citroen C3 Pluriel

Quattro auto in una e un’auto per ogni stagione: così Citroen aveva pensato la C3 Pluriel. La compatta francese infatti poteva essere configurata come berlina, cabriolet, spider e anche pick up. Incredibile, no?

Beh, non proprio, perché cambiare la C3 Pluriel da una configurazione all’altra spesso implicava un lavoro decisamente complicato. Poi c’era il problema di dove riporre i longheroni del tetto quando erano rimossi, visto che non c’era un posto dove metterli sulla vettura. E anche se si riusciva a tollerare questo disagio, rimaneva il problema delle infiltrazioni.

Fiat Punto Cabrio

Mentre alcuni potrebbero deridere lo stile tutt’altro che armonioso della Fiat Punto Cabrio, lo spazio striminzito sul sedile posteriore e il bagagliaio minuscolo, la piccola torinese si faceva apprezzare per una guida tutto sommato piacevole.

Come molte scoperte derivate da utilitarie degli anni ‘90, la Punto soffriva era molto morbida nell’assetto. Si faceva perdonare con i motori da 1,2 e 1,6 litri, abbastanza potenti per essere divertenti senza sfidare il telaio. La capote in tela a triplo strato offriva un buon isolamento dall’esterno.

Nissan Micra C+C

La terza generazione della Nissan Micra venne proposta anche in versione C+C, vale a dire Coupé+Cabriolet. Sebbene fosse facile da guidare e avesse costi di gestione accessibili, lo stile faceva decisamente discutere (in particolare da chiusa) e aveva un sedile posteriore praticamente inutilizzabile da chiunque avesse le gambe.

Il tetto in vetro donava un’ottima luminosità all’abitacolo. Si ripiegava in 20 secondi e permetteva comunque di avere un discreto spazio all’interno del bagagliaio.

Renault Wind

L’idea di una cabriolet realizzata su una Clio firmata Renault Sport avrebbe dovuto essere un certificato di morte per i clienti di auto sportive. Ma poi sono stati tolti i veli alla tozza Wind. Che era pure piacevole da guidare grazie all’assetto abbassato e ai motori da 1,2 e 1,6 litri disponibili.

Anche il tettuccio, che si alzava e abbassava sotto al cofano posteriore in pochissimo tempo era una bella novità. Se solo Renault avesse dato alla Wind un aspetto adeguato alle sue potenzialità…