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Come Astrid Linder lavora per la sicurezza delle donne in auto

Per diverso tempo i manichini utilizzati a bordo delle vetture durante i crash test avevano le dimensioni medie di un uomo. La dottoressa svedese Astrid Linder aveva ipotizzato che questo fatto avrebbe potuto causare problemi di sicurezza sul sesso opposto e ciò la portò a creare un manichino basato sulla taglia media di una donna. Lo scorso maggio l’ingegnera svedese ha vinto il Woman of Worth, assegnato da Women’s World Car of the Year, per aver progettato e il primo manichino femminile per crash test al mondo.

In un incontro con il WWCOTY, la dottoressa Linder ha spiegato com’è nato il progetto e le sfide che ha incontrato nel realizzare questa impressa. Astrid Linder ha iniziato a lavorare ai manichini per crash test durante il suo dottorato di ricerca. Studentessa alla Chalmers University in Svezia negli anni ‘90, l’idea di creare un manichino femminile dopo aver scoperto che le donne corrono rischi maggiori di subire un colpo di frusta rispetto agli uomini.

Forma, peso e altezza sono fattori che differenziano i manichini femminili da quelli maschili. Tra le differenze ci sono la larghezza maggiore delle spalle e il baricentro più alto negli uomini. Volvo ha effettuato vari test di sicurezza, anche con manichini “incinta” per valutare come fossero protetti i feti. Tuttavia non è mai stato condotto uno studio sulla tutela delle donne.

L’obiettivo del progetto è individuare le migliori innovazioni in materia di sicurezza non solo per gli uomini, ma per l’intera popolazione. Tutto ciò si scontra però con una cronica mancanza di fondi. Nel 2012 Volvo, Chalmers e altri partner europei hanno prodotto un modello matematico di una donna media, ma in seguito questa iniziativa venne ritenuta “troppo difficile e costosa”.

Se ciò non bastasse, la normativa UNECE per i crash test in Europa stabilisce che per i controlli debba essere utilizzato un modello di un uomo medio. “Finché lo dicono i regolamenti, il cambiamento non verrà dalle richieste della società”, ha detto Linder. Tuttavia ha anche rivelato di aver ottenuto finanziamenti dalla UE per un progetto recentemente completato: progettare modelli matematici e fisici di un uomo e una donna medi.

Entro il 2030, l’ingegnera spera che i programmi di sicurezza possano valutare la protezione sia delle donne che degli uomini in caso di incidente: “la mia visione è migliorare la sicurezza d’insieme”. Per questo si può sperare che il progetto ottenga finanziamenti da aziende che sostengono la sicurezza stradale.