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La AMC Amitron potrebbe essere la mamma del Cybertruck di Tesla

Publicity photo of American Motors Corporation (AMC) and Gulton Industries prototype electronic car, the Amitron, Detroit, Michigan, 1968. The three-set car was powered by Gulton's lithium battery system; the case in the foreground contains one-half of the system, while in the background is a comparative stack of 45 conventional automotive batteries. (Photo by American Motors Public Relations Department/PhotoQuest/Getty Images)

Nel pieno dell’era d’oro delle muscle car americane, tutte i marchi d’oltreoceano erano impegnati a sviluppare vetture ad alte prestazioni. Ma c’era anche chi, insieme alle muscle car, stava cercando di trovare sistemi di alimentazione alternativi ai derivati del petrolio. AMC (American Motors Corporation) era una di queste e fu così che, nel 1967, nacque la Amitron.

Tutto iniziò quando l’89° Congresso degli Stati Uniti approvò tre progetti di legge noti come Electric Vehicle Development Act (atto di sviluppo di veicoli elettrici) del 1966 ed emendò il Clean Air Act (atto dell’aria pulita) del 1963. Questi provvedimenti includevano una legislazione che forniva finanziamenti per lo sviluppo di auto elettriche. In quell’epoca questa tipologia di vetture era vista come una risposta al rapido calo della qualità dell’aria e un modo per ridurre la dipendenza dalle costose importazioni di petrolio.

Progettata dal foglio bianco

AMC non fu il primo costruttore a sviluppare un veicolo elettrico negli anni ‘60. Chevrolet aveva già prodotto la Corvair a batteria nel 1964 e rivisitato l’idea nel 1966. Ma a differenza di Chevrolet, che inserì delle batteria e un motore elettrico su un modello già in produzione, AMC decise di realizzare il proprio EV partendo da un foglio bianco.

Il risultato arrivò nel 1967 con la Amitron, una microcar lunga 2,16 metri che poteva ospitare 3 persone su una singola fila di sedili. La Amitron era abbastanza diversa dalle altre auto dell’epoca. Visto che l’obiettivo di AMC era ridurre la resistenza aerodinamica per migliorare l’autonomia, la Amitron aveva un muso schiacciato e una forma a poligono. Una forma che è stata ripresa, 50 anni dopo, dal Cybertruck di Tesla.

Questo veicolo era anche privo di porte laterali convenzionali, sostituite da un tetto a conchiglia incernierato nella parte posteriore per permettere l’ingresso e l’uscita dall’abitacolo. I fari nascosti, il parabrezza fortemente inclinato e la parte posteriore quasi verticale miglioravano ulteriormente l’aspetto strano ma esotico della Amitron. La lista delle dotazioni comprendeva anche sedili con cuscini riempiti ad aria invece del solito poliuretano usato dai modelli di serie del periodo.

Due tecnologie diverse

Per alimentare la Amitron, AMC collaborò con Gulton Industry, che realizzò due diversi pacchi batteria. La fonte principale era una batteria al litio-nichel-fluoruro con una capacità totale di 22,5 kWh. Ma mentre il pacco al litio era molto reattivo, aveva allo stesso tempo una potenza istantanea piuttosto bassa e non poteva gestire picchi di potenza elevati. Quindi non riusciva a garantire un’accelerazione rapida e una ricarica rigenerativa in frenata.

Per questo la piccola elettrica venne anche dotata di due batterie al nichel-cadmio. Queste permettevano di avere un buono sprint in partenza e si ricaricavano grazie alle batterie al litio durante la marcia. I pacchi al nichel-cadmio si ricaricavano anche attraverso un sistema rigenerativo che, automaticamente, commutava i motori in generatori nel momento in cui l’auto rallentava in frenata.

Tutto ciò aveva un impatto positivo sull’autonomia della vettura? Sì, perché la Amitron era in grado di percorrere circa 240 km viaggiando a 80 km/h. In confronto, la Chevrolet Electrovair aveva un’autonomia massima di 130 km. Le batterie della Amitron erano anche incredibilmente leggere, pesando solo 91 kg.

Buona accoglienza ma…

Anche se l’auto era tutt’altro che veloce e c’erano preoccupazioni sulla capacità di proteggere i suoi occupanti in caso di incidente, la Amitron venne ben accolta dal pubblico. La reazione positiva convinse AMC a iniziare i test su strada e a promettere un modello di serie entro il 1972.

Sfortunatamente il progetto venne bruscamente interrotto a causa di diversi problemi tecnici e all’alto costo di produzione delle batterie. La Amitron così non andò mai oltre la fase di prototipo. Ma l’idea venne ripresa nel 1977 quando AMC lanciò la gamma di veicoli sperimentali Concept 80. Rinominata Electron, riverniciata ed equipaggiata con specchietti laterali, venne mostrata senza senza motore solamente in versione statica.

Nonostante il suo fallimento, la Amitron lasciò un eredità raccolta dalla AMC Gremlin, prodotta tra il 1970 e il 1978. Fu anche la prima a proporre un sistema di frenata rigerativa che, 50 anni dopo, sarebbe stato normale su tutte le vetture in produzione. E anche se il Cybertruck non è stato ispirato dalla Amitron, il veicolo elettrico di AMC dimostra che le auto poligonali non sono una novità.

AMC Amitron – Le foto