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Lumotive porta il Lidar delle auto a guida autonoma a nuovi livelli di efficienza

I produttori stanno lavorando sulle auto senza conducente da qualche decennio, ma la prospettiva delle auto a guida autonoma è diventata più probabile solamente negli ultimi 10 anni, quando è uscita dal ramo fantascientifico la possibilità di disporre di un veicolo autonomo di livello 4, un’auto che non richiede alcuna attenzione da parte dell’uomo.

Lasciando da parte l’aspetto cognitivo, ma soffermandoci sul ruolo dei sensori, la società statunitense Lumotive, fondata nel 2018, potrebbe avere la risposta. Ma come?

Ricordiamo che il Lidar (light direction and ranging) è uno strumento considerato essenziale per la piena autonomia di guida dell’auto: funziona scansionando la scena con impulsi di luce laser, che vengono riflessi indietro per creare una “mappa di punti” dei dintorni.

Per raggiungere questo obiettivo, originariamente si doveva installare un enorme scanner girevole sul tetto delle auto al fine di inviare e ricevere gli impulsi di luce, un po’ nello stesso modo in cui il Radar (radio detection and ranging) invia e riceve segnali radio. Il Lidar è però in grado di localizzare oggetti entro pochi centimetri ad una distanza di diverse centinaia di metri.

Ulteriori sviluppi hanno poi portato alla miniaturizzazione del concetto sostituendo i pesanti scanner rotanti con array di laser o lidar a specchio MEMS, che coinvolgono minuscoli specchi rotanti per “dirigere” riflessivamente il raggio laser intorno a una scena.

Il ruolo di Lumotive Meta-Lidar

Ebbene, partendo da queste riflessioni, la piattaforma Lumotive Meta-Lidar utilizza chip a stato solido di controllo della luce (LCM) che dirigono il fascio per consentire la deflessione di una sorgente laser senza la necessità di parti mobili. In questo caso, la superficie riflettente è a cristalli liquidi e può essere realizzata con materiali convenzionali utilizzando tecniche di produzione ben consolidate.

La superficie è a sua volta controllata da un software e può essere configurata per diverse applicazioni invece di apportare modifiche meccaniche al chip.

Un secondo LCM riceve l’impulso laser riflesso, che viene elaborato per costruire un’immagine ad alta definizione (come una nuvola di punti) dell’ambiente circostante. Il Meta-Lidar è scalabile, quindi può essere realizzato sia per l’uso a breve che a lungo raggio.

All’inizio di quest’anno, Lumotive e lo specialista dell’illuminazione automobilistica ZKW hanno mostrato un prototipo completamente funzionante che incorpora un modulo Meta-Lidar Platform M30 per illustrare quanto efficacemente possa essere integrato nei veicoli.

L’M30 ad alta risoluzione ha le dimensioni di una pallina da golf e ha una portata di 20 metri, con ampio campo visivo ed è il primo di una serie di moduli che avranno una portata fino a 200 metri e che potranno identificare forme piccole, del volume di appena un centimetro cubo. Vedremo, nei prossimi mesi, quali saranno le novità in sviluppo.