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Obbiettivo 60 dollari a kilowattora per ridurre i costi delle auto elettriche

General Motors reveals its all-new modular platform and battery system, Ultium, Wednesday, March 4, 2020 at the Design Dome on the GM Tech Center campus in Warren, Michigan. (Photo by Steve Fecht for General Motors)

Ridurre il costo a kWh per le batterie. Sembra la soluzione più ovvia per rendere più abbordabili e appetibili i veicoli elettrici. Ma è anche la strada più complessa, legata a doppio filo dall’industrializzazione di questo tipo di mezzi e ovviamente dalla loro diffusione. Unitamente alle materie prime e al ciclo di recupero. Tanti fattori in campo con l’obbiettivo di scendere di prezzo

Obbiettivo 60 dollari a kWh

Recentemente si è parlato del costo delle batterie. Sia Elon Musk nel corso del Battery Day lo scorso anno e ultimamente il Gruppo Volkswagen, avevano dichiarato come il costo delle batterie sia una discriminante e pertanto fosse necessaria una ulteriore sforbiciata.

Musk aveva asserito che l’obbiettivo è quello di arrivare intorno ai 56 dollari a kWh, Volkswagen a 60. Cifre più basse degli attuali 100 dollari a kWh. Un valore a cui di fatto si è giunti indicativamente soltanto negli ultimi tempi, ma che non ha ancora sortito effetti rilevanti nel breve termine.

Basti pensare che da quando le auto elettriche sono tornate ad avere voce in capitolo, ovvero da circa una decina d’anni, il costo fisso a kWh si è drasticamente ridotto. Nel 2009 era pari a 1.200 dollari/kWh. Anni in cui il mercato dell’elettrico era pressoché inesistente, e che vedeva una “giovane” Tesla Roadster poco più che debuttante.

Stando ai dati riportati da BloombergNEF, società specializzata nel settore della ricerca in ambito energia pulita, il costo medio degli accumulatori era pari a 500 dollari/kWh sino al 2015, per poi scendere a 300 nel 2016. Oggi produttori come Panasonic (che realizza pure per Tesla) e la cinese CATL sono appunto arrivati alla soglia dei 100 dollari/kWh.

Cosa succede in America

In una breve intervista rilasciata al portale “The Mobilist”, il Direttore della tecnologie destinate ai veicoli del Dipartimento Energetico del governo statunitense, David Howell, ha dichiarato che si sta lavorando verso accumulatori che possano avere un costo medio di 60 dollari/kWh. Affermazioni che seguono di appena quattro mesi quelle in cui il target di riferimento sarebbe stato di 80 dollari/kWh.

Asserzioni che derivano anche dall’avere avuto accesso a 400milioni di dollari di finanziamenti da parte dello stato. Un “prezzo”, quello dei nuovi accumulatori, che potrebbe renedere paritario il costo di un’auto elettrica rispetto a quello di una a combustione interna. Arrivando a 60 dollari a kWh, il costo totale al miglio di un veicolo elettrico sarà di 26 centesimi, ha detto Howell, contro i 27 centesimi di uno tradizionale.