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Quando il motore sbagliato è montato su una buona auto…

A volte un buon motore può fare le fortune di auto scadenti. Altre volte invece un pessimo motore, o più semplicemente un motore non adeguato, può fare fallire progetti che altrimenti sarebbero stati ben più meritevoli. Può essere una questione di inaffidabilità, di scarsa raffinatezza, di mancanza di potenza o una combinazione di questi elementi. Ma su queste cinque auto, il motore sbagliato ha scritto una storia diversa da quel che poteva essere.

NSU Ro80 (1967)

Parlando di motori scadenti, il Wankel della NSU Ro80 è probabilmente l’esempio più emblematico. Questo modello fu talmente catastrofico da portare praticamente alla distruzione l’azienda che lo produsse. Sebbene la Ro80 fosse un’auto splendida, con il suo design ulta-aerodinamico e la trasmissione semi-automatica, i guasti al motore entro i primi 15.000 km erano molto frequenti a causa dell’usura delle punte del rotore, che portava a una mancanza di compressione.

Le richieste di interventi in garanzia fioccarono, portando NSU a finire nelle braccia di Volkswagen nel 1969. Il marchio NSU cessò di esistere nel 1977, quando scomparve anche la Ro80.

Volvo 260 (1974)

Sicuramente il suo stile era squadrato e a livello di piacere di guida non aveva molto da offrire, ma la Volvo 260 garantiva viaggi in famiglia sicuri e confortevoli. Era anche eccezionalmente ben fatta in un’epoca in cui molte rivali avevano una qualità costruttiva tutt’altro che esemplare.

Tuttavia il motore V6 di 2.664 cc, realizzato grazie a una collaborazione tra la Casa svedese con Renault e Peugeot, aveva alberi a camme che si consumavano a una velocità incredibile e si surriscaldavano con una facilità disarmante. Questo motore venne anche montato su altre vetture che non ebbero il successo sperato, per esempio la DeLorean.

Lancia Gamma (1976)

Lancia ha una tradizione invidiabile quando si tratta di innovazioni, ma negli anni ‘70 ha prodotto disastri come la Beta e la Gamma. L’ultima era una lussuosa berlina o coupé con un 4 cilindri in linea da 2,5 litri che trasmetteva la potenza alle ruote anteriori. O almeno lo faceva quando funzionava. Ma le cinghe delle camme tendevano troppo spesso a uscire dalle loro guide, distruggendo pistoni e valvole. Non proprio affidabile.

Range Rover diesel (1986)

La Range Rover classica è giustamente un modello di riferimento e con il V8 a benzina è un’auto ancora oggi decisamente desiderabile. Lanciata nel 1970, ci vollero 16 anni prima che fosse offerta una Range Rover con motore diesel. Tuttavia l’unità scelta da 2,4 litri non fu per nulla apprezzata perché, benché fosse turbocompressa, era completamente priva di brio, tanto che le prestazioni erano praticamente inesistenti. Se ciò non bastasse, era anche un motore particolarmente inaffidabile.

Mazda RX-8 (2003)

Molti costruttori provarono la strada del motore rotativo tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio dei ‘70, sebbene con diverse perplessità vista la fine della NSU. Il motore rotativo presenta infatti problemi intrinseci alla progettazione, ma nonostante questo Mazda rimase fedele a questa tipologia dalla fine degli anni’60 in poi.

Finché arrivò la Mazda RX-8. L’auto sembrava davvero eccezionale, ma la debolezza della punta del rotore continuava ad affliggere il motore rotativo, che spesso perdeva la compressione ben prima dei 150.000 km.