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Per sviluppare la mobilità elettrica servono incentivi basati sul reddito

Nel 2035, se non dovessero cambiare le cose, le nuove auto immatricolate saranno per la quasi totalità completamente elettriche, con l’unica eccezione di quelle alimentate a carburanti sintetici, che tuttavia comportano diverse criticità. 12 anni, a livello industriale, è un periodo piuttosto breve e quindi tutte le case automobilistiche stanno facendo a gara per presentare sempre più veicoli elettrici.

L’obiettivo è non arrivare al 2035 impreparati, rinnovando il parco circolante in modo graduale, cominciando già adesso a diffondere la mobilità elettrica. Del resto, chi acquista oggi un’automobile nel giro di 10/12 anni al massimo sarà pronto per cambiarla. Ma per far sì che ciò diventi realtà bisogna superare due problemi: i prezzi e gli incentivi. I prezzi continuano ad aumentare – problematica comune anche ai modelli a combustione – e gli incentivi cominciano a scarseggiare.

A queste condizioni diventa sempre più difficile acquistare un’auto elettrica. Basta guardare i due modelli più economici tra le auto elettriche: la Dacia Spring e la Citroen ë-C3. La prima ha un listino di 21.450 euro, la seconda (presentata pochi giorni fa) dovrebbe partire da 23.900 euro, superando quindi entrambe la barriera dei 20.000 euro. Con questa cifra, che un tempo bastava per auto di segmenti ben superiori, si entra in possesso di un veicolo di dimensioni ridotte, dotazioni scarne e autonomia limitata.

Lo studio dell’ICCT

Fatte queste premesse, il Consiglio Internazionale per i Trasporti Puliti (ICCT), ente no-profit che ha avuto una grande influenza sulla decisione di imporre le auto elettriche in Europa dal 2035, ha realizzato uno studio che affronta questi due fattori essenziali, considerando anche il costo totale operativo per 4 anni. Lo studio ha studiato il mercato tedesco in cui, nel primo trimestre del 2023, le auto elettriche hanno rappresentato il 14% delle nuove immatricolazioni.

L’indagine ha analizzato il costo totale di proprietà per modelli molto popolari. Per le compatte Volkswagen ID.3 Pro e Golf a benzina, mentre nella categoria inferiore sono state confrontate la Dacia Spring Extreme Electric 65 e la Toyota Aygo X 1.0.

Dall’analisi dei risultati, le auto elettriche compatte si dimostrano più convenienti delle concorrenti a batteria a prescindere dagli aiuti economici da parte dello Stato: il vantaggio sarebbe infatti di 12.300 euro usufruendo degli incentivi e di 5.100 euro senza bonus statali. Se invece prendiamo il segmento inferiore, gli incentivi diventano un fattore determinante per rendere le citycar elettriche più vantaggiose dal punto di vista economico di quelle a benzina.

La conclusione dell’ICCT è che gli incentivi basati sul reddito potrebbero aiutare le famiglie meno abbienti a partecipare alla transizione verso i veicoli elettrici, accelerandone l’adozione.