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Suzuki brevetta un sistema di chiamata d’emergenza per motociclisti

KATWIJK, NETHERLANDS - APRIL 26: A logo of Japanese car manufacturer Suzuki is pictured outside its dealer on April 26, 2020 in Katwijk, Netherlands. (Photo by Yuriko Nakao/Getty Images)

I sistemi di chiamata d’emergenza di serie sono abbastanza rari nel mondo delle due ruote, tanto che ad oggi solo BMW offre un sistema corrispondente funzionante. In caso di incidente registrato, i sistemi avviano automaticamente una chiamata di salvataggio che ha come primo obiettivo quello di prendere contatti con il motociclista.

Se il contatto non ha successo, arriva l’aiuto da parte dei soccorritori. Tuttavia, considerato che anche il tentativo di contatto “costa” secondi molto importanti, Suzuki sta progettando un proprio sistema collegato direttamente al conducente.

Ecco come funziona

Il contenuto del brevetto di Suzuki è un sistema di chiamata d’emergenza che registra un incidente attraverso diversi parametri e cerca di stabilire subito un contatto tra i servizi di soccorso e il motociclista attraverso un sistema di comunicazione integrato.

Il sistema è infatti in grado di valutare direttamente la gravità dell’incidente grazie a vari sensori integrati nell’abbigliamento del conducente. Per esempio, nelle piante dei piedi sono presenti dei sensori di peso, che permettono di calcolare un certo rischio di lesioni in relazione alla posizione del pilota e della moto: se la moto è sdraiata per terra e il pilota è in piedi, il rischio è minore.

Se la moto è in piedi e il pilota è sdraiato, c’è qualcosa che, evidentemente, non va. Ancora peggiore il caso in cui sia moto che pilota siano in una posizione sdraiata.

Ancora, il sistema dispone di un trasmettitore di un sistema Key-Less-Go che il motociclista deve tenere in tasca, e che serve da telemetro. Se viene registrato un incidente e il conducente si trova nel raggio d’azione del trasmettitore, si presume che l’incidente sia meno grave del caso opposto in cui il conducente è fuori portata.