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Alonso-Hamilton e il benvenuto meno gradito del mondo   

BAHRAIN, BAHRAIN - MARCH 12: Fernando Alonso of Spain and Alpine F1 Team looks on from the grid during Day One of F1 Testing at Bahrain International Circuit on March 12, 2021 in Bahrain, Bahrain. (Photo by Mark Thompson/Getty Images)

Alla vigilia del Gran Premio di Spagna, quello di casa, ha parlato Fernando Alonso. Lo spagnolo, due volte campione iridato, s’è soffermato con molto interesse sulla situazione complicata di Lewis Hamilton. Insomma, di un altro pluricampione del mondo che ora vivacchia sbuffando nel sottobosco delle squadre che faticano terribilmente a tenere il ritmo delle prime. E Alonso di situazioni difficili se ne intende, dal momento che ne ha vissute parecchie nella sua carriera.

Sport ingrato

La Formula 1 rispetto ad una moltitudine di altri sport prevede ovviamente l’utilizzo di un mezzo e questo incide enormemente. Quante volte nelle discussioni da bar ci si è posti l’eterna domanda: “quanto avrebbe vinto il tal campione su una vettura più modesta come prestazioni?” o la variante opposta, ipotizzando qualche pilota ritenuto “normale” alla guida della migliore macchina.  “E’ la natura del nostro sport. A volte hai la migliore macchina, altre volte non hai un’auto così buona e devi lottare per fare progressi”, ha detto Fernando Alonso alla BBC.

Alonso vs Hamilton

Per l’ex ferrarista, Hamilton sta guidando allo stesso livello degli ultimi otto anni, stagioni in cui l’inglese ha dominato la Formula 1, distruggendo ogni record, marcando cento e più pole position. “Ora invece quando fa un mega giro, come ha affermato in Australia o dove non ricordo, è a un secondo dalla pole. E allora, benvenuto! Questa è la F1, non è uno sport leale a livello di numeri”, ha sottolineato con ironia l’asturiano. Che poi ha rimarcato come il pacchetto pilota-macchina purtroppo non sia scindibile, quindi i risultati molto differenti non siano facilmente analizzabili.

Grandi onori e grandi ingiustizie

La vita del pilota sa essere beffarda. E Alonso lo sa, da esperto di situazioni difficili. Prima trovandosi in squadra un giovanissimo e scalpitante giovincello di nome Lewis Hamilton, poi gestendo da combattente puro una Ferrari non troppo all’altezza, quindi trovandosi nel buco nero della McLaren degli anni passati. “I titoli sono tutti per il pilota, a volte facciamo giri superlativi e siamo quindicesimi, come lo spieghi alle persone? È impossibile”, ha chiosato lo spagnolo.