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I Gran Premi “non all’altezza” del Mondiale di F1

Per migliorarsi bisogna ammodernarsi, sperimentare, innovare e rendere il prodotto che si vende sempre più appetibile al mondo intero. E Zak Brown, che di professione fa il CEO della McLaren, non ama girare troppo attorno alle cose. Il dirigente californiano ha dipinto una Formula 1 a due velocità per quello che riguarda le sedi di gara. Alcune “spettacolari” e altre semplicemente “non all’altezza” secondo lui delle aspettative dei tanti milioni di fan che il circus ora può vantare. “Possiamo fare 16-17 Gran Premi principali e dieci che si alternano”, ha detto Brown.

La rotazione dei Gran Premi   

Il futuro prossimo che immagina il chairman americano è basato su quasi una trentina di sedi gara in calendario. Ma non una stagione sola da trenta Gran Premi che sarebbe soffocante e impossibile da realizzare. Bensì una serie di Gran Premi fissi e altri che, a rotazione, sarebbero in calendario sì, ma non tutti gli anni. Sfruttando così, secondo Brown, l’onda che l’essere sede di un Gran Premio regala, creando un “effetto-Giochi” o “effetto-Mondiali”. Cioè l’attesa biennale o quadriennale dell’evento che si vive nelle competizioni di altri sport o a cinque cerchi.

Le sedi non all’altezza

“Ci sono molti grandi eventi nel calendario della Formula 1 in questo momento, se pensiamo a Singapore, Miami e Silverstone”, ha detto Brown,  chiarendo che ognuno di questi ha identità diverse e diversi modi di gestire gli eventi, perché ciò che funziona negli Stati Uniti potrebbe non funzionare in Gran Bretagna o in Asia. “Penso che ora abbiamo 18 Gran Premi spettacolari e cinque su cui bisogna lavorare“, ha detto il californiano. E quattro dei cinque sono quasi certamente Ungheria, Francia, Brasile e, probabilmente, Monte Carlo.

Allarme Montecarlo

Il CEO di McLaren considera Monte Carlo “un diamante”, perché Gran Premio storico presente da sempre nel mondiale. In più, Brown considera l’accordo molto favorevoli per i monegaschi, anche se quello per il 2023 ancora non è stato siglato. “Credo che la Formula 1 stia cercando di metterli in riga, comprendendo e rispettando il loro contributo, ma chiedendo di adeguarsi alla realtà commerciale attuale”, ha tagliato corto il californiano.