Home » News e novità auto » Dodici cilindri di piacere: i migliori V12 della storia dell’automobile

Dodici cilindri di piacere: i migliori V12 della storia dell’automobile

12 cylinder automobile engine

Mentre al di là dell’Oceano Atlantico sui modelli d’alta gamma vengono quasi sempre montati motori V8, in Europa le vetture ai vertici di lusso e sportività sono solite nascondere un V12 sotto al cofano. In particolare i costruttori italiani, i tedeschi e gli inglesi sono i maggiori estimatori dei 12 cilindri.

Sebbene i costi di produzione e di mantenimento lo rendano poco o per niente diffuso sui modelli di fascia media, la sua estrema raffinatezza non ha eguali e quindi è la scelta preferita per il top di gamma. Nonostante l’attuale tendenza al downsizing, diverse case continuano a produrre motori V12: dalle supercar alle lussuose berline di rappresentanza, ecco alcuni degli esempi migliori.

Ferrari 250 GTO

Enzo Ferrari capì subito che un motore V12 aveva alcuni utili benefici rispetto ad alternative a 4 o 8 cilindri. La Ferrari 125 S del 1947 fu la prima vettura del Cavallino Rampante a montarne uno, nonostante una cilindrata di soli 1,5 litri. Il V12 Colombo, così chiamato per merito del suo progettista, fu continuamente sviluppato per decenni e in versione 3 litri con carburatori finì, nel 1962, sull’iconica 250 GTO.

Quest’auto da corsa e da strada utilizzava il motore in alluminio nato per le competizioni 250 Testa Rossa. Erogava 300 CV, una potenza strabiliante per i tempi. Il Colombo andò in pensione nel 1988: a quel punto era a iniezione e arrivava a una cilindrata di 4,9 litri.

Ferrari LaFerrari

La LaFerrari sfrutta uno sviluppo del motore V12 F140. Quest’ultimo ha, nelle varie fasi della sua storia, equipaggiato supercar come la Enzo (660 CV), la 599 GTO (670 CV) e la 812 Superfast (800 CV).

Nella LaFerrari il propulsore da 6,3 litri eroga la stessa potenza della 812 Superfast (nonostante quello della 812 sia da 6,5 litri) ed è anche assistito elettricamente per arrivare a una potenza totale di 960 CV. Con l’eccellente V8 della 488 GTB passato alla turbocompressione, possiamo pensare che la prossima generazione di V12 Ferrari seguano la stessa strada.

Lamborghini Countach

Ferruccio Lamborghini sapeva che per competere con Ferrari sarebbe stato necessario un potente V12. Qui entra in campo Giotto Bizzarrini, l’ingegnere che ha firmato il V12 che ha alimentato tutte le migliori Lambo dal 1963 al 2011. La gamma varia da 3,5 a 6,5 litri e, nel corso della sua storia, è stato aggiornato con teste multivalvole, lubrificazione a carter secco e iniezione di carburante.

La Countach è una delle auto più famose equipaggiate con il V12 Bizzarrini, prima con un 4 litri da 375 CV sulla LP400 e alla fine con un’unità multivalvola da 4,2 litri da 456 CV sull’edizione del 25esimo anniversario del modello. Il 6,5 litri da 670 CV della Murcielago LP670-4 SV fu l’ultimo motore Lamborghini realizzato basandosi sul progetto originale.

Lamborghini Aventador

Grazie all’influenza della proprietà del Gruppo Volkswagen, la Murcielago introduce nella gamma Lamborghini l’affidabilità e l’usabilità (quasi) quotidiana. Tuttavia è stata la Aventador a far debuttare il cambiamento più grande, grazie a un nuovo motore V12. Denominato L539, manteneva la cilindrata di 6,5 litri ma ora aveva una potenza di 700 CV anche in versione “base”.

Il modello più potente offre 750 CV, quindi è comprensibile che per il momento la Casa di Sant’Agata abbia deciso di evitare di utilizzare il turbo per il momento.

McLaren F1

BMW ha avuto successo con gli affidabili 4 cilindri e con i motori a 6 cilindri in linea, ma i pochi V12 prodotti sono considerati tra i migliori progettati al mondo. La McLaren F1 venne sviluppata per essere la supercar definitiva grazie a tecnologia e design all’avanguardia. Oggi è considerata uno dei più importanti veicoli del 20esimo secolo.

La prima scelta della Casa inglese per il motore era Honda, ma fu proprio il propulsore V12 S70/2 da 6,1 litri di BMW a finire alle spalle dei passeggeri della supercar britannica. Con 627 CV, consentiva alla F1 accelerazioni tutt’oggi in linea con molte supercar turbo odierne. E con una velocità massima di 386 km/h la F1 è ancora oggi l’auto naturalmente aspirata mai prodotta.

BMW 760Li

BMW ha anche proposto i suoi V12 in alcuni modelli lussuosi come la 760Li xDrive. Il 12 cilindri biturbo da 6,6 litri N74B66 di questa vettura eroga 585 CV di potenza e l’incredibile coppia di 850 Nm, il che la rende la BMW più veloce in produzione.

Un’altra versione di questo propulsore si può trovare sulla Rolls-Royce Ghost, qui calibrato per produrre coppia senza sforzo. La precendente versione senza turbo, N73, faceva il suo dovere sulla Rolls-Royce Phantom così come sulla precedente generazione della Serie 7. Trovare lo stesso motore su più modelli non è raro, perché lo sviluppo di un V12 da zero richiede investimenti notevoli.

Mercedes Classe S

Mercedes è tornata alle motorizzazioni V12 per le sue vetture stradali all’inizio degli anni ‘90 per assicurarsi che la rivale BMW non prendesse troppo piede nel segmento dell’ultra-lusso, terreno ideale per Mercedes. Il V12 debuttò sulla Classe S nel 1992 con l’unità M120 da 6 litri con 408 CV.

L’ultimo V12 AMG, l’M279, ha una cilindrata di 5,5 litri e sfrutta due turbo per erogare 630 CV di potenza e 1000 Nm di coppia. Oltre a equipaggiare la S65 AMG, lo si trova anche sulla Maybach S650 e sulla SL65 AMG.

Pagani Zonda

Pagani entrò nella scena delle supercar quando presentò la Zonda nel 1999. Mentre la sua costruzione in fibra di carbonio era inedita, il suo 6 litri V12 da 394 CV era uno sviluppo dell’unità M120 di Mercedes. Questo propulsore era anche utilizzato sulla Mercedes CLK GTR stradale e anche su alcune auto da corsa.

La Zonda R Evolution, dedicata ai track day, sfruttò l’ultima versione di questo motore con una potenza di 800 CV. Altre versioni stradali includono il 7,3 litri da 555 CV della Zonda S e da 610 CV della Zonda F. La Huayra ora utilizza un V12 biturbo di origine Mercedes, ma la Zonda originale ha tutt’ora un suono come nessun’altra su strada.

Jaguar E-Type

L’industria automobilistica inglese un tempo era molto potente. La Jaguar E-Type era, insieme all’Aston Martin DB5, una delle rappresentanti migliori. Nel 1961, la prima E-Type aveva un 6 cilindri in linea da 3,8 litri ma, quando nel 1971 arrivò la terza serie, venne sostituito da V12 da 5,3 litri.

Questo propulsore rimase in produzione fino al 1997, ma nella sua versione originale erogava 250 CV. Il maggiore peso e complessità rispetto alla variante a 6 cilindri non lo facevano più veloce ma all’epoca non c’era molto che potesse garantire una guida più fluida. L’ultimo sviluppo fu un 6 litri V12 da 318 CV che prese posto sulla XJS degli anni ‘90.

Aston Martin One-77

La DB7 era un’auto eccezionale, ma la travagliata situazione finanziaria obbligò Aston Martin a costruirla sulla piattaforma modificata della Jaguar XJS. Allo stesso modo il V12 AE28 altro non era che una coppia di V6 Ford modificati. Si guidava e si comportava come una purosangue e il motore da 5,9 litri da 450 CV è stato continuamente sviluppato e perfezionato.

La rarissima One-77 fu forse l’ultima applicazione, con 760 CV da un 7,3 litri. L’ultima generazione delle top di gamma Aston ora utilizzano l’AE31, un V12 biturbo da 5,2 litri. Un V12 ha ancora spazio anche sulla Valkyrie, modello solo per i circuiti, dove il motore sviluppato da Cosworth da 6,5 eroga 1155 CV grazie all’assistenza del KERS.