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Leclerc e il momento di accorciare su Verstappen

NORTHAMPTON, ENGLAND - JULY 03: Carlos Sainz of Spain driving (55) the Ferrari F1-75 ahead of Charles Leclerc of Monaco driving (16) the Ferrari F1-75 during the F1 Grand Prix of Great Britain at Silverstone on July 03, 2022 in Northampton, England. (Photo by Bryn Lennon - Formula 1/Formula 1 via Getty Images)

Può essere considerata una banalità, ma necessario chiarirla. L’importanza nello sport della mente è qualcosa su cui si è scritto molto, anche favoleggiato: di certo, il misto che galleggia nei pensieri di uno sportivo non è secondario nemmeno rispetto all’allenamento o alla preparazione tecnica che quello sport richiede. E la Formula 1 non fa eccezione, anzi. Tanto tempo per pensare, riflettere, rimuginare nel bene e nel male. Per questo nella mente di Charles Leclerc circolano sicuramente tanti pensieri, ma uno campeggia su tutti gli altri, forse dominandoli chissà.

Un numero

Per chi vive con un sogno come Leclerc, in cima c’è solamente quel numerino della classifica mondiale, che nel caso del monegasco si può interpretare con la cifra negativa dei punti che lo separano della vetta, dal sogno. Trentotto punti di differenza da Max Verstappen, che solo un paio di gare fa erano tendenti ai cinquanta. E qui si torna alla mente, con quei cinquanta punti che significano letteralmente due gare di svantaggio. Una soglia psicologica, un fossato evidentissimo in uno sport di concentrazione, attenzione, dettagli, centesimi e centimetri.

Soglia

La zavorra del meno cinquanta era pesantissima, un vero e proprio punto di non ritorno per Leclerc. Prima di Silverstone, all’apice dei sentimenti negativi, il rischio del crollo era possibile, soprattutto se si considera che dopo il terzo Gran Premio, in Australia, il numero sedici si trovava nella condizione opposta: un più quarantasei clamoroso sul campione del mondo olandese, alle prese con due zero nelle prime apparizioni. Tornando al presente, da quel terzo posto a due gare di svantaggio piene, sopravanzato anche da Sergio Perez, Leclerc ha reagito. Reazione e rimpianto, visto che in Inghilterra i punti recuperati sarebbero potuti essere molti di più. Senza la strategia “perdente” per Leclerc del muretto, complici i guai di Verstappen, il monegasco avrebbe potuto quasi recuperare il pieno possibile in una gara, i venticinque punti.

Meno venticinque

Se aggiungiamo i sei punti rosicchiati in Austria, ora si parla di meno trentotto, praticamente a metà del guado. In oscillazione tra una e due gare di svantaggio. E soprattutto col secondo posto riconquistato, mettendo un cuscinetto di quasi venti punti su Perez e trentasette su Sainz. E il fiato sul collo dei due non era il massimo della vita per l’uomo del Principato. E l’obiettivo non dichiarato, ma forse pensato, di Leclerc potrebbe essere quello di portarsi attorno ai venticinque punti dopo Francia e Ungheria. Cioè prima della pausa, di quei venticinque giorni senza corse.

Piani

Due gare in sette giorni, se dovessero arrivare due vittorie (facile dirlo, meno farlo), senza guardare nemmeno la posizione finale dell’olandese della Red Bull, già si tornerebbe – come minimo – in orbita meno venticinque. Che, rimandando alla mente di prima, sarebbe la soglia di una gara. L’idea che con un errore di Verstappen o un problema di affidabilità della sua Red Bull o un colpo di sfortuna, ogni Gran Premio potrebbe sancire l’aggancio. E non sarebbe poco. Ma per farlo serve mettere dietro quel satanasso che viene dall’Olanda. Facile a dirsi, un po’ meno a farsi…