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Lo stile elegante e insolito della Arnolt-Bristol ha conquistato i suoi ammiratori per diversi decenni, e il suo successo nelle competizioni d’epoca la rende tutt’oggi un’auto piuttosto popolare per le corse dei veicoli storici. La sua storia è peraltro piuttosto particolare e degna di essere raccontata.

Il ruolo di Wacky Arnolt

Per far ciò, bisogna introdurre una figura storica nel settore, quella di Stanley Harold “Wacky” Arnolt, industriale che nel 1939, quando lavorava nel dipartimento di ingegneria della Waukesha Engineering, vide il suo datore di lavoro entrare in bancarotta. Al posto della liquidazione, Arnolt ottenne un brevetto per un piccolo motore fuoribordo, non sapendo che avrebbe rivoluzionato la sua vita.

Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale nel 1939 e l’entrata in guerra degli americani nel 1941, infatti, ci fu una forte richiesta di piccoli motori fuoribordo. Arnolt ne approfittò e alla fine della guerra riuscì a disporre di due fabbriche che lavoravano 24 ore su 24 per costruire motori per l’esercito americano.

Insomma, Arnolt-Bristol era passato da giovane ingegnere a ricco industriale nel giro di soli 5 o 6 anni. Dopo la fine del conflitto si dedicò alle automobili, una delle sue grandi passioni, fondando un proprio marchio automobilistico a Warsaw, nell’Indiana.

La carriera nell’automotive

La sua prima automobile su misura sarà la Arnolt-MG, il cui telaio motorizzato fu fornito dalla casa britannica MG e poi spedito in Italia per essere carrozzato da Bertone. Arnolt aveva visto per la prima volta il progetto di Bertone per la MG al Salone dell’Automobile di Torino del 1952, innamorandosene.

Giovanni e Nuccio Bertone, padre e figlio della Carrozzeria Bertone (un nome che abbiamo già visto quando abbiamo parlato dei record di Lamborghini), avevano infatti già creato due MG personalizzate con una carrozzeria unica e avevano attirato l’attenzione di Arnolt. Arnolt tentò dunque immediatamente di ordinarne 200, 100 coupé e 100 cabriolet.

A questo punto della sua storia, la Bertone era peraltro sull’orlo della bancarotta e non c’è dubbio che questo ordine del milionario americano abbia salvato l’azienda da fine certa. Arnolt investirà poi in Bertone e utilizzerà ampiamente l’azienda per i suoi progetti, tra cui la Arnolt-MG, la Arnolt-Aston, la Arnolt-Bentley e, naturalmente, la Arnolt-Bristol.

Un nuovo partner

Un giorno però MG informò Arnolt che non sarebbe più stata in grado di fornirgli telai motorizzati, inducendo Arnolt a trovare rapidamente un sostituto.

Per fortuna, all’inizio degli anni Cinquanta Arnolt era diventato un importante distributore regionale per BMC e il distributore statunitense per le auto Bristol. Avrebbe sfruttato quest’ultimo legame per procurarsi una fornitura di telai rotabili Bristol 404 dotati dell’insolito motore da 2,0 litri dell’azienda britannica.

Questo motore era stato sviluppato dai tedeschi della BMW prima della seconda guerra mondiale; fu montato per la prima volta sulla BMW 328 e si rivelò un successo negli sport motoristici. Dopo la guerra, i diritti del motore furono ceduti a Bristol come rimborso.

Con il telaio Bristol, il motore Bristol-BMW, una carrozzeria innovativa disegnata da Franco Scaglione e costruita da Bertone e le rifiniture eseguite negli Stati Uniti, la Arnolt-Bristol era un’auto sportiva internazionale, particolarmente adatta alle corse automobilistiche. Nel 1955 i suoi modelli si classificarono al 1°, 2° e 4° posto nella classe Sport 2000 alla 12 Ore di Sebring. Lo stesso anno un Arnolt-Bristol si aggiudicò un’altra vittoria di classe alla 24 Ore di Le Mans.

Seguiranno quindi molte altre vittorie di gara e di classe per queste piccole e insolite auto sportive; più tardi, nel 1960, alla 12 Ore di Sebring, le Arnolt-Bristol si aggiudicheranno ancora una volta la vittoria di classe, piazzandosi questa volta al 1°, 2° e 3° posto. “Wacky” Arnolt guidava regolarmente le sue auto in gara e, a detta di tutti, era uno dei migliori piloti gentleman dell’epoca.

Tra il 1953 e il 1959 furono costruiti 142 esemplari della Arnolt-Bristol; 12 andarono perduti in un incendio in fabbrica, ma almeno 85 dei 142 esemplari originali sono sopravvissuti fino ai giorni nostri.

Il regalo a Hugh Hefner

La Arnolt-Bristol presentata in queste foto è un po’ più insolita della maggior parte delle altre. Fu regalata da “Wacky” Arnolt a Hugh Hefner, famoso per essere il fondatore di Playboy, divenendo un regalo non certo marginale, visto l’alto costo dell’auto e il suo pedigree da corsa.

Sembra peraltro che Hefner non fosse un grande fan dell’auto, visto che si dice che l’abbia regalata a una coniglietta di Playboy, il cui nome si è perso nella storia, che non l’ha tenuta a lungo prima di venderla.  Fortunatamente l’auto è finita nelle mani di un appassionato di nome Jonathan Bradburn che se ne è preso cura per molti anni, prima di decidere di metterla all’asta presso Bonhams.

L’asta (di Bonhams) è prevista qui, per il 13 maggio, a Montecarlo, con un prezzo indicativo di 300.000 – 400.000 euro.

Arnolt-Bristol di Hugh Hefner – Le foto