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Com’è regolamentato l’ingresso in porto

Una delle principali preoccupazioni dei neofiti della nautica è legato alla corretta gestione dell’ingresso in porto.

D’altronde, entrare con la giusta cautela in questa infrastruttura, soprattutto nelle ipotesi in cui non si conosca bene lo scalo o vi siano altre imbarcazioni in prossimità, costituisce una delle regole fondamentali della navigazione.

Ma come si effettua? Cominciamo dalle basi!

Conoscere il porto

La prima cosa da fare è migliorare la conoscenza del porto. Se infatti può capitare che al rientro dopo una navigazione si faccia ritorno nel porto di “casa”, è anche possibile che spesso si finisca con l’entrare in uno scalo sconosciuto.

Soprattutto in queste ipotesi diventa decisivo consultare in anticipo le carte, gli avvisi nautici e l’elenco dei fari e fanali. Oltre a tali pubblicazioni, è inoltre fondamentale prendere dimestichezza con i Portolani, che riportano forma e orientamento dell’imboccatura del porto, natura e altezza dei fondali, oltre che la posizione dei moli frangiflutti e dei pontili, eventuali pericoli o divieti.

Insomma, si tratta di una linea guida essenziale per un ingresso sicuro in porto, che è importante conoscere unitamente alla segnalazione del vento di traversia, ovvero del vento che più di altri soffia dal largo o da terra in quella zona.

Avvisare l’autorità portuale

Una volta migliorata la conoscenza di cui sopra, prima di entrare in porto bisogna contattare con il Vhf l’autorità portuale e annunciare la propria intenzione di approdare, ricevendo così istruzioni sulla disponibilità di ormeggi e sulle modalità di attracco in banchina.

Ricordiamo che ogni porto ha un suo canale per questo tipo di comunicazioni e che il canale è indicato sul portolano. È inoltre accompagnato da un recapito telefonico che può essere utilizzato in alternativa alla radio.

Utilizzare gli strumenti di navigazione

Terminate le prime due accortezze di cui sopra, bisogna approcciare all’ingresso in porto utilizzando gli strumenti di navigazione.

Tra di essi risulta essere molto utile un Gps o un plotter, anche se è bene aiutarsi sempre con la tradizionale carta nautica in sinergia con gli strumenti elettronici. Visivamente, non sarà difficile riconoscere le imboccature del porto: sono segnalate da torrette di colore rosso a sinistra e verde a dritta, con il transito che dovrà avvenire solo tra questi segnali.

Si ricorda che l’imbarcazione che entra deve mostrare il proprio fanale verde dal lato del segnalamento verde e il proprio fanale rosso dal lato del segnale rosso.

Effettuare le manovre di ormeggio

Si arriva così all’ormeggio vero e proprio che, come tutte le manovre all’interno del porto, deve essere effettuata a velocità bassa, mai superiore a 3 nodi, in maniera tale che si abbia tutto il tempo per correggere e gestire la rotta.

Si ricorda che durante l’ingresso in porto di norma bisogna tenere la propria destra rispetto all’asse di entrata e che bisogna sempre rispettare le precedenze: le unità che escono hanno infatti sempre la precedenza su quelle in entrata. In ogni caso, le imbarcazioni devono dare precedenza alle navi maggiori, che nei porti sono vincolate dal pescaggio e dagli spazi di manovra, e a quelle navi, come i traghetti, che hanno rotte obbligate.

Gestire le manovre notturne

Le cose si fanno un po’ più complicate di notte, quando bisognerà riporre ulteriore cautela. In questi casi, a parte gli strumenti di navigazione, è utile orientarsi con le luci dei fari e dei fanali, aiutandosi con il riconoscimento del periodo del faro, ovvero con l’alternanza cioè di luce e buio, e proseguire la navigazione fino a individuare i fanali d’ingresso, rosso a sinistra e verde a dritta per chi entra.

In caso di dubbi si può procedere con il contatto con la torre di controllo e domandare assistenza.