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Michael Andretti tuona: “F1 è un club europeo di squali”

Si sapeva che il proposito di Michael Andretti di entrare in Formula 1 con un suo team non avrebbe incontrato vita facile. Dal tenore dei toni, la risposta del circus non dovrebbe essere stata tiepida come pareva in un primo momento, ma probabilmente addirittura ostile. Quel che è certo col passare dei mesi è che la quasi totalità dei team ha praticamente snobbato gli Andretti, Michael e Mario, che però non paiono voler mollare l’osso e contano di potersi giocare le carte per diventare l’undicesima scuderia del Mondiale. Al momento se non è un’utopia, di certo il loro è un intento molto visionario.  

Recap

E dire che gli Andretti sono praticamente delle leggende negli Stati Uniti, mercato che ha visto una crescita esponenziale negli ultimi anni del prodotto F1. E, dicono i detrattori, questo ha spinto Michael Andretti a tentare di salire sul carro del vincitore. Come dire: “Caro Michael, saresti potuto salire cinque anni fa quando la barca era tutt’altro che stabile e il mare preannunciava tempesta…” Ad ogni modo, gli ultimi passaggi hanno visto Andretti formulare una proposta de visu a tutti i Team Principal al Gran Premio di Miami. Vista l’accoglienza tutt’altro che calorosa, è intervenuto a gamba tesa il padre di Michael, Mario. Uomo che, anche con la Ferrari, ha scritto pagine di storia della Formula 1. L’ex pilota del Cavallino ha chiesto rispetto ai vertici delle scuderie per il figlio. In particolare, si è rivolto al manager più potente, il Team Principal della Mercedes, Toto Wolff, particolarmente ostile all’ingresso degli Andretti.     

Squali europei

Dopo il padre Mario, anche Michael non ha badato a trattenere la lingua nelle ultime ore. Per lui, che ha corso con la McLaren nel 1993, il ricordo della F1 è di uno sport motoristico dominato dagli europei: “Era un vero club europeo e ho la sensazione che sia ancora il club europeo per il modo in cui veniamo trattati. Perché saremmo una minaccia. La prima vera squadra internazionale”, ha tuonato il 59enne italo-americano. Una delle chiavi della contesa è legata al fatto che Andretti possa erodere i guadagni degli altri dieci team senza portare un vero vantaggio. Un’obiezione firmata Toto Wolff: “Alla fine, porteremo più valore di quello che porteremo via”, ha ragionato Andretti.

Arpione anti-squali

Il progetto si chiama Andretti Global e avrà base a Indianapolis, con un budget corposo e in linea con tante altre scuderie. “Sono ancora molto fiducioso che possiamo far funzionare tutto per il 2024, sapevo in cosa ci stavamo cacciando qui”, ha rincarato Michael. “Stai nuotando con gli squali, quindi, è meglio che ti assicuri di avere il tuo arpione su di te”, la metafora dell’americano.Che poi ha tracciato un parallelo coi tempi in cui correva nel Mondiale: “Forse ero ingenuo quando ci sono entrato, quando ero un pilota, ma probabilmente a causa di quell’esperienza non sono ingenuo ora”. E l’arpione di Andretti non pare mollare la presa.