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Sicurezza, Mansell: “L’impatto del 1994 ha sterilizzato i circuiti”

NORTHAMPTON, ENGLAND - JULY 03: Nigel Mansell looks on prior to the F1 Grand Prix of Great Britain at Silverstone on July 03, 2022 in Northampton, England. (Photo by Joe Portlock - Formula 1/Formula 1 via Getty Images)

Il tema della sicurezza fa sempre discutere, anche nella settimana che conduce a Spa e al Gran Premio del Belgio, gara spesso movimentata. Per quanto la Formula 1 moderna sia diventata uno sport sicuro all’inverosimile, tenuto conto dei rischi potenziali che i piloti corrono in pista, di sicurezza si parla sempre. La combinazione tra vetture sempre più performanti e veloci e sicurezza assoluta sembra un ossimoro, e invece si è realizzato ciò che sembrava impossibile. Soprattutto in una disciplina che vede inevitabilmente la sua storia disseminata di incidenti, infortuni e morti. La morte aleggia sulle gare, ne fa parte e va quasi accettata, si diceva fino a qualche decennio fa. Fino a che ciò che sembrava ineluttabile è incredibilmente (per fortuna) cambiato. Di quell’epoca in cui la cupa mietitrice entrava talvolta nelle gare, fa parte Nigel Mansell.

Giorni maledetti

Il leone inglese ha ricordato quei giorni del 1994 in cui a Imola sia Roland Ratzenberger che Ayrton Senna persero la vita nel circuito emiliano-romagnolo. Giorni maledetti in cui il paddock piangeva e s’interrogava:  “L’impatto di quelle morti ha eliminato tutte le curve veloci e pericolose. È stato come se i circuiti si fossero sterilizzati, ed è un gran peccato”, ha detto il campione del mondo del 1992. Che ha anche sottolineato come ora si possa commettere un errore, uscire dalla pista e rientrare subito senza conseguenze, mentre  qualche anno fa si pagava in pista.  

Annus horribilis

Tra l’altro, il 1994 fu incredibilmente negativo anche dal punto di vista degli infortuni e dei danni seri subiti dai piloti. Un anno orribile e sanguinoso che ha cambiato la sensibilità della Federazione, dei team e dei piloti: “Nel 1994 la prospettiva della Formula 1 cambiò per sempre”, ha detto Mansell. “Ci sono stati dei morti, ma anche tanti feriti che hanno lasciato questo sport con delle fratture che hanno stroncato le loro carriere”, il ricordo dell’inglese.

E ora?

Come sia cambiato il modo di pensare dei piloti è sotto gli occhi di tutti. La possibilità di farsi seriamente male è uscita dal modo di pensare, dall’alfabeto delle corse. Aggiungiamo: per fortuna. Ma Nigel Mansell non risparmia una stoccata: “Ora hanno la sensazione di essere sovrumani. Possono avere gli incidenti più orrendi ma uscirne senza problemi, ed è incredibile”, ha detto l’ex campione della Ferrari. Aggiungendo che certamente è fantastico, ma che i piloti “alla fine di alcuni GP escono dalle macchine come se si fossero appena fatti i capelli”, ha sentenziato. E non solo, anche la preparazione fisica pare diversa, per quanto i piloti attuali siano molto attenti sull’argomento. Per Mansell il nodo è quello della forza fisica: “I piloti di oggi non sudano, non fanno fatica al volante, puoi guidare queste vetture con un dito”, ha analizzato l’inglese. “Noi dovevamo avere braccia molto forti: se non avevi la forza fisica, avevi un incidente”, la considerazione.